venerdì 18 aprile 2008

La conoscenza

In alcuni momenti della nostra vita, sia in quelli che appaiono i più sereni che in quelli più difficili, ci chiediamo chi siamo? quale valore ha la nostra vita? Perché…? Perché…?
Nel porre le domande e nel tentativo di rispondere diamo per scontato la nostra esistenza materiale, la nostra corporeità; le nostre domande vertono piuttosto sul senso della nostra esistenza, perché mentre ci sentiamo soggetti attivi, autosufficienti e liberi, nel nostro operare ci rendiamo conto dei limiti delle nostre potenzialità e delle enormi energie che ci sovrastano e ci condizionano.
Eppure bisogna cominciare la nostra ricerca da ciò che riusciamo o comprendere con una relativa certezza: il nostro essere e il mondo circostante.

La conoscenza è determinante nell’agire umano, anche se spesso il nostro comportamento sembra essere sostenuto da impulsi irrazionali, sentimenti, passioni, conformismo. Si ritiene di solito responsabile solo chi opera con consapevolezza, ovvero colui che opera con cognizione dei fatti, con conoscenza e razionalità. I tribunali emettono le loro sentenze solo di fronte alla piena consapevolezza, altrimenti non condannano o riducono la pena.

La vita dell’uomo, dall’origine dell’umanità ad oggi, oppure dalla nascita di un uomo fino alla morte, si intreccia, si identifica soprattutto con la sua conoscenza.

Nel corso della storia la conoscenza si sviluppa e ramifica in ogni settore dell’esistenza umana primo fra tutti quello della ricerca dei mezzi per soddisfare i propri bisogni quali il mangiare, il ripararsi dalle avverse condizioni della natura, il difendersi dagli altri animali soprattutto da quelli più forti di lui. Né trascura di porsi domande sul senso della vita, e sul rapporto da tenere con i propri simili.

Oggi viviamo in una società in cui la conoscenza si è spezzettata in tante specializzazioni, affrontando in modo settoriali i problemi dell’umanità; anche se in molti c’è consapevolezza della necessità di una visione globale del sapere, spesso si smarriscono nel chiuso della loro specificità.
La più grave scissione del sapere è quella tra scienze sperimentali e scienze umane, come se le une e le altre non avessero la loro origine dalla stessa umanità e non avessero la stessa finalità, ovvero quella di migliorare e offrire maggiore consapevolezza all’agire umano e quindi al benessere dell’uomo.

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