venerdì 27 giugno 2008

2008 Napoli assediata dalla spazzatura

Nel mio immaginario, e ritengo nell'immaginario di tanti, Napoli è presente come la città del Vesuvio e del mare in cui si rispecchiano le case, le chiese, i castelli. Napoli è la città del canto, dell'armonia, del bello. Certo avevo notizia anche della povertà e di una certa confusione in alcune parti della città, mi invitavano a stare attento in alcuni quartieri, ma io ero preso dal fascino di Napoli. L'ultima volta che sono stato a Napoli, forse perché c'era un maggior caos per i lavori della metropolitana, forse perché alcune vie del centro storico erano transennate, guardando i grandi edifici con i fregi e varie decorazioni, mi venne in mente una metafora per esprimere le sensazioni che provavo per Napoli in quel momento, una bella e nobile signora alquanto trascurata.
Oggi non voglio andare a vedere Napoli con i cumuli di spazzatura; spero che quanto prima si risolva tale malanno e Napoli ritorni a risplendere e a riprendere il ruolo di capitale dell'arte e dell'armonia.
Guardando i cumuli di spazzatura delle città, vediamo che essi sono composti prevalentemente da imballaggi di legno, di cartone, di plastica e di polistirolo; si possono vedere lattine e bottiglie di vetro e tanta carta e alcune volte vecchi elettrodomestici e alcuni mobili rotti, oltre naturalmente ai residui di cucina e della pulizia della casa.
Se prestiamo un po' di attenzione gran parte dei rifiuti possono essere riciclati. La carta, la plastica, il vetro, i vari metalli opportunamente selezionati possono essere trasportati nelle aziende di trasformazione e creare nuova materia prima per altre industrie di settore, in tal modo si eliminerebbe la maggior parte della spazzatura, si svilupperebbero nuove aziende e quindi si incrementerebbero anche i posti di lavoro, di conseguenza si ridurrebbe il consumo di nuove materie prime.
Le parti umide, i residui di cucina, ricche di sostanze organiche possono facilmente essere trasformate in concime per l'agricoltura. La parte restante richiede una maggiore attenzione perché sono sostanze speciali e vanno adeguatamente trattate come i residui industriali.
È necessario responsabilizzarsi e organizzarsi.
Forse entrano in conflitto tanti interessi economici, pertanto la “comunità politica” deve assumersi la responsabilità di orientare ed eventualmente intervenire con sussidi economici per rendere remunerative le attività di riciclaggio, piuttosto che accumulare montagne di rifiuti che avvelenano il territorio e i suoi abitanti.
Gli inceneritori o i termovalorizzatori dovrebbero essere la soluzione ultima per superare l'emergenza e la difficoltà della raccolta differenziata o la incuria di tanti verso il bene comune.


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Il ciclo della vita

Non è necessario essere un grande esperto di biologia per capire che in natura esistono dei cicli biologici: l'acqua evapora e forma le nuvole, queste danno la pioggia che ridistribuisce l'acqua agli essere viventi... L'alimentazione oltre al nutrimento genera anche sostanze organiche per le piante... La nascita e la morte sono il ciclo della vita...
Gli uomini, per la loro sopravvivenza, forzano la natura a incrementare i propri frutti. Con l'esperienza accumulata in millenni di attività, l'uomo ha appreso tecniche sempre più sofisticate per aggredire la natura e costringerla ad offrire nuovi prodotti, ma spesso ha avuto di mira i vantaggi immediati senza prendere in seria considerazione l'interruzione dei cicli della natura, creando in tal modo dei gravi disastri ecologici.
I fiumi sono diventati putridi per l'abitudine di scaricare i reflui delle industrie, le fonti di acqua potabili sono sempre più malsane, i campi dove vengono smaltiti i rifiuti non sono più produttivi, la stessa aria diventa irrespirabile diffondendo malattia e morte.
Da tempo si è diffusa una cultura ecologica soprattutto nelle regioni in cui c'è stato un maggiore sviluppo industriale, e ci si è reso conto della necessità di ripristinare i cicli interrotti della natura. In un convegno tenutosi a Busto Arsizio, a cura dell'Associazione degli industriali negli anni '80, si affermava con orgoglio l'esaltante valenza della scienza contro la cultura umanistica, e tra l'altro si rispondeva, con grande fiducia, a chi evidenziava i disastri ecologici creati dalla scienza che la stessa scienza avrebbe risolto i problemi da essa posti.
Oggi, da quelle poche notizie che ho, in molte regioni si sta provvedendo a depurare i fiumi, a riciclare i rifiuti solidi urbani; anche molte industrie cercano di ridurre il negativo impatto ambientale, con l'abbattimento dei fumi, con la depurazione delle acque, con la riduzione degli scarti e con uno smaltimento più oculato degli stessi.
Vorrei sperare nella capacità dei ricercatori di ripristinare in tutti gli ambiti produttivi i cicli della natura per permettere alle future generazione di vivere in un mondo salubre.
É necessario per difendere la vita la responsabile solidarietà della scienza, delle attività produttive e della “comunità politica”.

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