martedì 23 gennaio 2007

Il difficile equilibrio

Spesso si suole dire “è una persona equilibrata” per indicare una persona giusta, moderata, razionale una persona di cui ci si può fidare.
E subito corre il pensiero a uno dei primi razionalisti della storia della filosofia, Platone che riportò un mito, quello della biga alata, per indicare il retto comportamento morale dell’uomo, oltre che il modello di un ordine sociale giusto.
Immagina un cocchio trainato da due cavalli, uno bianco e uno nero, guidati da un auriga.
Platone vede in questa metafora la natura dell’uomo, questi infatti se da una parte tende al piacere, dall’altra è volto al raggiungimento di grandi ideali. Se non guidate queste due preziose qualità dell’uomo porterebbero ad continuo conflitto o al blocco della vita, per cui è necessaria una guida che è insita nell’uomo, la ragione.
Quando l’uomo riesce ad armonizzare con la regione sia la tendenza al piacere che la foga di raggiungere gli ideali, solo allora l’uomo può proseguire serenamente il suo cammino.

Quanto detto sopra, che è del tutto condivisibile, se confrontato con la realtà appare come un quadretto idilliaco in una grande scena tempestosa.
Tanta brava gente si dedica quotidianamente al lavoro per sopravvivere. Spesso durante il lavoro vede delle ingiustizie e sogna un mondo ideale che vorrebbe realizzare, ma si scontra con interessi opposti o con poteri molto superiori ai suoi e i sogni cadono vanificati da estenuanti frustrazioni.
Tanti volendo realizzare i propri ideali compiono delle azioni ritenute da altri irresponsabili, e spesso di fatto sembrano esagerate o dirompente il contesto in cui vive.
Tanti ritengono di dover vivere cogliendo ogni momento per soddisfare i propri desideri senza considerare le opportunità.
Molti si allontanano dal proprio ambiente, la propria famiglia per affrontare avventure in altri luoghi.
Tanti insoddisfatti dalla banalità quotidiana dedicano la loro vita ad ideali religiosi, umanitari, politici.
Tanti sono i comportamenti degli uomini, alcuni ritenuti affascinanti, altri meschini.

Un grande filosofo dell’Umanesimo Erasmo da Rotterdam, notava come nella vita domina la follia, non per denunciare in senso negativo i comportamenti degli uomini, ma per esprimere il dominio dell’irrazionale sul comportamento umano che spesso pur muovendo da buoni propositi sconvolge il presente, e crea disordini e conflitti.
Ogni uomo, quando opera dovrebbe, come afferma Kant, operare con libertà e ragionevolezza, ma chi giudicherà il ragionevole comportamento? Kant afferma che la risposta è in ciascuno di noi e viene dalla ragione. Se ognuno quando opera, pensasse che anche gli altri hanno gli stessi diritti, opererebbe in conformità di una legge insita in noi, ovvero il rispetto della propria e altrui libertà. Una norma questa che viene anche dall’insegnamento di Cristo: ama e non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.

Ma nel vortice della vita quotidiana non tutti operano con ragionevolezza, tanti operano istintivamente, tanti spinti dall’emozione del momento, tanti dall’entusiasmo suscitato da simpatia o da passioni, ecc.
Ogni uomo dovrebbe ogni tanto uscire dal tram tram della vita frenetica, distaccarsi dal proprio ambiente, trovare un piccolo spazio per disporsi ad una distanza sufficiente per riflettere liberamente e affrontare con un po’ di serenità la propria vita e trovare quel possibile equilibrio tra passioni, sentimenti, desideri, sogni, condizionamenti e aspirazioni alla libertà.

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domenica 7 gennaio 2007

Elogio della Banalità

Personalizzare, essere originale sembra essere l’impegno quotidiano dell’uomo d’oggi. In ogni comportamento e in ogni attività si vuole dare l’impronta di sé e ciò che appare condiviso e comune viene tacciato di banalità.
L’attenzione a conseguire la massima personalizzazione crea preoccupazione, ansietà e alcune volte non accettazione di se stessi.
Ciò avviene nella vita quotidiana; se ci affacciamo nel mondo dello spettacolo questa tensione viene esaltata e pubblicizzata.
Tramite i mass media, ormai di uso diffuso e quotidiano, si è stabilita un’interrelazione tra mondo dello spettacolo, che spesso, soprattutto dai giovani è considerato come modello, e vita quotidiana, per cui l’enfasi della novità porta ad esagerare le personalizzazioni, fino a costringere alle stravaganze.
Il comportamento esteriore spesso è indice di principi morali ed etici.
L’individualismo, l’anticonformismo esprimono la volontà di indipendenza e di libertà, che ritengo sia connaturale all’uomo, anzi alcuni pensatori la ritengono la radice stessa della natura umana.
Ma è anche vero che l’uomo vive in comunità e difficilmente riuscirebbe a vivere fuori da essa, non solo per soddisfare i propri bisogni fisici, ma soprattutto per condividere i propri sentimenti.
È forte nell’uomo anche la tendenza all’emulazione, all’aggregazione e all’identificazione. Inoltre l’uomo vive in società, pertanto ha nel tempo cercato di individuare norme di convivenza, perfezionando modi di vita e principi etici condivisi. La tradizione, il senso comune, oltre che i costumi, la lingua, sono la sedimentazione dell’esperienza di generazioni pregresse.
La vita di ciascun individuo è radicata in tutto questo.
L’esasperata individualizzazione spinge verso comportamenti eterogenei, e nella vita sociale non si riesce più ad individuare la norma, e spesso quelle forme di comportamento che una volta si tolleravano, oggi diventano forme modello, mentre il vivere secondo le consolidate forme di buon gusto e di decenza, appunto perché ispirate al buon senso comune, sono ritenute banali.
E mentre vengono apprezzati quelli che per distinguersi esagerano nell’originalità, scadendo spesso nella volgarità, i molti del buon senso comune vengono emarginati come dei “semplici”, dei banali.
Il progresso dell’umanità è dato dalla curiosità e dalla ricerca, le nuove esperienze accentuano la critica del proprio ambiente, e contribuiscono ad elevare il proprio livello di vita sia materiale che culturale.
Anche il senso comune, sebbene più lentamente, si evolve tramite il severo vaglio e la condivisione delle esperienze maturate e delle sensibilità condivise. Pertanto il senso comune, “la banalità”, essendo un comportamento che accomuna, penso sia da elogiare e non da schermire come spesso avviene.

foto1 Particolare Tony Bennett. Fhotographed by Annie Leibovitz
foto2 Particolare Katie Holmes, Tom Cruise, and Suri Cruise. Photographed by Annie Leibovitz.