venerdì 27 agosto 2010

Due grandi occhi (fede ragione)

Un giorno di vacanza, Luigi e un suo carissimo amico,Peppino, si recarono presso un parente per una visita di cortesia. Si trovarono nel bel mezzo di una discussione tra la madre e la figlia: discutevano del futuro della figliola, allora sedicenne. Una discussione serena, ma emotivamente forte tra le due interlocutrici. La madre, come tante madri, vedeva in prospettiva un felice matrimonio per l’unica figlia ed eventuale nascita dei nipotini. La figlia, che aveva frequentato l’istituto delle suore, che avevano un educandato e un ospizio per anziani in città, mostrava con fermezza la decisione di voler seguire la vocazione delle suore, ovvero quella di dedicare la propria vita ad alleviare le sofferenze dei vecchietti, che le proprie famiglie non riuscivano a sostenere.
La ragazza sprigionava simpatia e nella comitiva di amiche con cui era solita uscire per le passeggiate serali, si distingueva per sobrietà di comportamento ma anche per vivacità nella discussione. Le altre amiche parlavano di amore, di ragazzi, lei raccontava dei suoi progetti di vita spesso entrando in contrasto con i progetti delle altre e la discussione alcune volte diventava vivace. Spesso dei ragazzi si univano alla comitiva, e, mentre si camminava in villa, si chiacchierava, si scambiavano esperienze, si esprimevano affetti. Alcuni dei ragazzi non rimasero indifferente di fronte alla bellezza di Gianna, questo era il nome della figlia, e le dichiararono la stima se non l’amore che provavano per lei. Anche quando seppero dei suoi progetti, non desistettero facilmente dal proposito di entrare nelle sue grazie.
La madre, per ottenere sostegno alle sue proposte, si rivolse ai due sopraggiunti. Ecco, arrivate a proposito, “vi pare giusto che una bella ragazza, come lei, che è circuita dai ragazzi che le esprimono il loro affetto, si possa fare suora?” i due coinvolti in una discussione così rilevante, riguardante il progetto di vita di una ragazza, stentavano a prendere la parola; intanto Gianna confermò con fermezza la propria decisione: “ se non mi date il vostro consenso, a diciotto anni deciderò da sola, e andrò dalle suore”. Peppino intervenne nella discussione, cercando di rasserenare gli animi: “è una decisione importante, va valutata con calma” e rivolta a Gianna, “attenzione potrebbe questa tua scelta essere determinata da un momentaneo entusiasmo giovanile, rifletti sui consigli di tua madre, se la tua vocazione è quella religiosa non verrà meno il sostegno dei tuoi”.
Si continuò a parlare ancora della vita religiosa, poi si passò ad altre discussioni familiari e di eventi vari.
Luigi, un giovane che aveva seguito gli studi liceali presso il seminario, ora si trovava in una condizione problematica, doveva dare una risposta decisiva alla sua vocazione e intraprendere gli studi teologici, per accedere al sacerdozio. Da tempo era preso da continue riflessioni e ripensamenti sull’opportunità di continuare la via intrapresa, sulle proprie capacità di essere un’efficace guida di una comunità ecclesiale.
Mentre gli altri parlavano, Luigi guardava con ammirazione la ragazza, soprattutto quando questa parlava della sua vocazione; allora i suoi occhi grandi di ragazza si illuminavano di una particolare luce, che segnavano la sua decisa determinazione e la sua fede. Intanto ricordava le parole di san Paolo ai Corinti, con le quali esortava i padri a cercare un marito per le proprie figlie, secondo le usanze del tempo, tuttavia riteneva per sé non adeguata la vita matrimoniale perché diceva che l’amore di Cristo lo aveva preso a tal punto “Caritas Christi urget nos” da non poter dedicarsi ad altri amori.Questo incontro s’impose nella memoria di Luigi, ed emergeva ogni qualvolta discuteva di fede e ragione: la ragione conduce a un cammino faticoso fra ricerca, tentennamenti e parziali soluzioni; la fede erompe con forte determinazione, persuade ed rimuove ogni dubbio.

sabato 21 agosto 2010

Leader

Ogni individuo, vivendo nel proprio ambiente, progetta secondo la sua esperienza e il suo punto di vista, progetta il suo futuro, disegnando le linee di condotta del proprio comportamento.
Nella vita pratica, dovendo vivere con altri individui, deve confrontarsi necessariamente con loro. Ciò avviene già dai primi anni di vita, lo sanno bene i genitori e gli insegnanti dell’infanzia, che con tanto amore e pazienza devono aiutare i propri piccini a socializzare con fratellini e amici.
Gli eventi della vita, l’ambiente socio-economico-culturale, lo sviluppo psico-fisico, il confronto con gli altri conformano la personalità degli individui e condizionano le relazioni sociali.
Nella vita di gruppo, a seconda dei condizionamenti e delle capacità acquisite, emergono i vari ruoli di mansione e di comando. Tali ruoli nascono nel gruppo e in relazione al gruppo, per cui sono funzionali a questo, tuttavia non viene meno in ciascuno la tendenza alla libera progettazione del proprio futuro.
Queste due esigenze, la libera creatività e la necessaria condivisione con gli altri, coesistono in ogni momento dell’esistenza, e si esplicitano in vario modo nei vari ambienti in cui si esplica la vita umana.
Coloro che hanno avuto o hanno acquisito la responsabilità di coordinare o di dirigere i gruppi di lavoro o le società economiche o i partiti politici devono essere consapevoli di tali esigenze. Leader diventa colui che ha capacità di iniziativa, che riesce a coinvolgere gli altri nei progetti ideati e che sa farsi accogliere dagli altri.
Il leader è un buon coordinatore, è colui che sa creare armonia in un gruppo, che esercita la sua funzione con autorevolezza senza sacrificare la creatività e la volontà di collaborazione dei componenti il gruppo. È colui che sa fare squadra, ovvero che sollecita la solidarietà e la compartecipazione di tutti, facendoli sentire parte attiva della comunità.
Un’eccessiva autostima, potrebbe suscitare un senso di superiorità sugli altri, e questi potrebbero reagire stabilendo un distacco e nutrendo un senso di indifferenza se non proprio di avversione verso il capo. Le relazioni tra il gruppo o la comunità e il capo, apparentemente improntato da rispetto dei ruoli specifici, in pratica diventano freddi, poco creativi e produttivi e potrebbero sfociare in una situazione conflittuale.