lunedì 8 agosto 2011

Mondare le mandorle

La raccolta delle mandorle è rimasta immutata, anche se il trasporto, oggi, è agevolato per la costante presenza dei trattori che, seguendo gli operai, allevia il trasporto a spalla o sui carri. Una profonda trasformazione ha subito invece il secondo atto della raccolta, ovvero la pulizia delle mandorle.
Quando le mandorle vengono raccolte sono ancora ricoperte dal mallo, in parte aperto ma ancora attaccato a queste. Oggi questa operazione avviene con delle macchine, che sfruttando la forza centrifuga e delle eliche, separano le mandorle dal mallo, riducendo il peso e costo del lavoro. Ma prima della diffusione di queste macchine, tutto doveva essere espletato a mano.
Tutti in famiglia dovevano collaborare, mamme, figli, nonni. Quando il raccolto era abbondante alcuni vicini di casa offrivano la loro collaborazione e spesso era necessario assumere delle ragazze o signore disposte a questo lavoro. Non c’era un regolare rapporto di lavoro, ma tutti avevano un adeguato compenso.
Mentre con le mani agilmente sceglievano o sbucciavano le mandorle, le operaie discutevano tra loro e spesso per rompere la monotonia cantavano canzoni popolari dell’epoca, alcune anche in dialetto(poiché le radio erano poco diffuse, durante varie attività gli operai cantavano).
Quando i cesti erano colmi di mandorle pulite, erano versati sui teli stesi sui marciapiedi per asciugarle. Nel paese sui marciapiedi di molte strade, anche sulle ampie passeggiate lungo i corsi, spesso sui terrazzi delle case, erano distese tante mandorle. Quest’anno sono andato per le strade, ma non ho notato in alcun luogo mandorle stese al sole; è vero che ai margini delle strade sono parcheggiate le auto, ma forse è vero che oggi la coltura delle mandorle si sta fortemente riducendo.
In Puglia, in settembre, le giornate sono ancora serene, tuttavia non mancano giornate piovose e con temporali; in tali circostanze, molti non potendo conservare le mandorle umide, osavano distendere le mandorle, tenendo un’attenda vigilanza nel caso che il tempo peggiorasse; nell’imminenza di un temporale si affrettavano a rientrare e riparare le mandorle dalla pioggia. Si scatenava una solidarietà collettiva e per le strade si sentivano il tintinnio delle mandorle, suoni metallici dei secchi e delle pale. In poco tempo le mandorle erano al sicuro, mentre i primi goccioloni incominciavano a cadere dalle grigie nuvole. Il vocio delle persone faceva spazio allo scroscio dell’acqua e al rombo dei tuoni.
Tra lavoro, chiacchiere e canti trascorre la giornata che, dopo la pausa di pranzo, dura fino all’imbrunire, quando rientravano dai campi i raccoglitori con altre mandorle.
Prima di rientrare la mula nella stalla bisognava togliere i mucchi di mallo accumulatisi durante la giornata. Si riempivano i sacchi e si portavano alle fornaci. Qui venivano incenerite i malli e le ceneri ricche di potassio e altre sostanze chimiche erano raccolte per uso industriale, in cambio i gestori delle fornaci pagavano; il costo non era elevato, ma contribuiva ad aumentare il gruzzolo dei figli adulti. Oggi le “scorze” non sono più valorizzate e vengono disperse nei campi.
La giornata è finita, tutti a casa per il meritato riposo; domani si riprenderà.