mercoledì 8 agosto 2007

L’elicottero

Mario finalmente aveva travato una sistemazione, anche se precaria, in Origgio, aveva acquistato una 500L di occasione, e ogni tanto passava da un’officina che si trovava in Muschiona , piccola frazione di Origgio, tra Mario e il titolare dell’officina incominciò a stabilirsi una relazione di fiducia e durante il lavoro si chiacchierava di vari eventi. Un giorno, in una breve pausa di lavoro, si stava sulla soglia dell’officina, videro un elicottero che sorvolava le manifatture e poi decollò. Mario non esperto del territorio, chiese spiegazioni a Claudio, e questi con un sospiro malinconico disse, anche le manifatture chiuderanno, quel elicottero trasporta gli “americani” che acquisteranno le manifatture e poi le chiuderanno. E continuò a raccontare delle manifatture che avevano offerto lavoro a tanti lavoratori, richiamandoli ad Origgio da diverse parti d’Italia. Mario confermò, difatti era venuto a conoscenza del lavoro delle manifatture da altri conoscenti e da alcuni dei suoi cugini che, dopo la prima occupazione nelle aziende agricole, avevano trovato lavoro proprio in queste. Ancora una volta sta cambiando la fisionomia economica e sociale del paese.

I primi alunni in Lombardia

Erano i primi giorni di ottobre e Mario sul terrazzo della casa paterna, in Puglia, al sole ottobrino, pigiava dei grappoli di uva per preparare alcune bottiglie di spumante per il prossimo natale, quando è chiamato da sua madre perché gli era pervenuta una telefonata da Busto Arsizio, era una convocazione per una supplenza temporanea presso l’I.T.C.. Valutò l’opportunità che gli si offriva: era un lavoro precario, tuttavia gli offriva la possibilità di fare una nuova esperienza, e accettò l’offerta. La madre gli preparò le valigie, poteva disporre di una momentanea ospitalità presso dei suoi cugini, e la sera stessa partì.
Doveva supplire un insegnante assente per salute. Aveva appena preso contatto con le due classi quando è convocato dalla presidenza dell’ITIS sempre di Busto Arsizio per una nomina annuale, nomina che gli permette di rinunziare alla precedente e quindi prende servizio presso questo istituto.
Qui incontra i “primi” alunni della Lombardia.
Gli erano state affidate tre classi del corso serale di tessili e maglieri e una classe quinta di chimici. Gli alunni che frequentavano erano tutti di età superiore ai 18 anni e alcuni erano già sposati con figli. Quasi tutti lavoravono durante la giornata e dalle 17 alle 22 frequentavano le lezioni. Con questi alunni si studiava la letteratura italiana e la storia, ma si discuteva delle loro esperienze di lavoro e di problemi di economia locale. Mario intuiva dalle varie discussione un certo senso di orgoglio per le capacità tecniche delle aziende diffuse nel territorio e della laboriosità degli operai, ma nello stesso tempo un certa tristezza perché varie aziende stavano delocalizzando la propria produzione a favore di altri Paesi. Di fatto le aziende venivano acquistate da multinazionali, che acquisivano il marchio, conseguito nel tempo dalle maestranze locali e trasferivano la produzione altrove. Tuttavia gli alunni dicevano: “alle nostre aziende rimane la specializzazione del “finissaggio”.
Mario ricorda ancora con ammirazione e stima molti di questi alunni che dopo la giornata di lavoro si applicavano con grande senso di responsabilità e serietà allo studio, e li vorrebbe ringraziare per la semplicità dei comportamenti e per la stima reciproca subito stabilita. Con questi signori potette scambiare esperienze di vita ed ebbe da loro alcuni consigli di comportamento di guida nelle varie circostanze in modo particolare in presenza di nebbia. Incominciò a conoscere il territorio circostante. Un caso particolare: Mario stava illustrando la pagina dei Promessi sposi del Manzoni dove viene descritto il monte Resegone, e come al solito stava ricostruendo con esempi questi ambienti e stava tentando di pronunciare il nome in lombardo, quando un alunno invita il professore a guardare dalla finestra i monti che si offrivano in uno stupendo quadro e che stava ammirando da tempo senza riconoscere il monte da lui tante volte descritto.