lunedì 3 ottobre 2011

Chi sono

Mi chiamo Giulio Campanale, sono nato quando la Seconda Guerra Mondiale era già finita, ma non era stato espletato il referendum per la nascita della Repubblica Italiana, tuttavia non mi sono mai sentito monarchico.

É bello star seduto su uno scoglio quando il mare è calmo ed ascoltare il gorgoglio dell'acqua. Mi piace osservare il mare in tempesta con le onde che si infrangono sugli scogli. Ma quando sono in acqua so nuotare come una cozza attaccata ad uno scoglio.

Il cielo mi inebria di infinito, sogno di spaziare tra gli astri. Quando è possibile osservare il cielo stellato, mi soffermo su la più piccola stella, e penso: “dista milioni di anni luce, quanto tempo impiegherei per raggiungerla?”. Vorrei volare, ma non ho fatto un viaggio in aereo e forse non lo farò mai.

Il mare e il cielo sono meravigliosi, ma io, uomo di terra, su questa mi trovo a mio agio: in questa metto i semi e col tempo vedo i germogli, le piante e i frutti. Sulla terra cammino, da giovane correvo, riuscendo a superare ostacoli imprevisti. I verdi prati attirano il mio interesse, gli alberi in fiore alimentano la speranza di un buon futuro, la raccolta dei frutti mi fa felice. La natura, che cambia col trascorrere delle stagioni, si arricchisce di colori e di suoni, mi coinvolge e mi trascina nella vita.

Gli eventi della vita mi hanno condotto ad esercitare una professione molto importante, quella di docente nel liceo: essere vicino a dei giovani che nella loro adolescenza vogliono distaccarsi dal mondo adulto e sentirsi autonomi, hanno bisogno di aiuto ma spesso si rifiutano di ascoltare. Con decisione, ma con il massimo rispetto ho fatto percorrere gli eventi e i problemi dell'umanità per permettere loro di intraprendere il presente, per facilitare il loro orientamento. Non mi illudo che tutti abbiano reagito in modo positivo alle varie sollecitazioni, ma spero che il tempo speso per loro non sia stato vano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo professore, nel raccontare i ha scordato molte cose importanti: anche se, conoscendola, credo le abbia taciute per modestia!
Evidentemente, come Kant, due cose riempiono di meraviglia il suo animo: la legge morale dentro di sè ed il cielo stellato sopra di lei!!!
Questa credo sia la cosa che più ammiro di lei: la sua coerenza!
Nulla di ciò che fa contraddice gli insegnamenti che cerca di dare ai suoi alunni: questa è la lezione più importante che si possa ricevere perché ci insegna a non venderci, a lottare per le nostre idee ed a cercare di fare della nostra vita un'opera d'arte!
Ci ha insegnato ad amare la bellezza, a meravigliarci, ad emozionarci, a lasciarsi travolgere dalla vertigine del sapere ed a non temere di naufragare nell'infinito mare della conoscenza!
Ciò che è sorprendente è che sia riuscito a farlo con una delicatezza squisita, senza imposizioni o costrizioni, ma facendoci comprendere appieno il piacere dello Studio, della ricerca e del dubbio.
Studiare doveva, e deve, essere un piacere: questo è l'insegnamento più grande perché ci permette di affrontare la vita!
Le sue parole non smetteranno mai di risuonare nelle mie orecchie, così come mai smetteranno di farmi sorridere le nostre accese discussioni: non l'ho mai ringraziata per avermi concesso tanto tempo per confrontarmi con lei!
Lei, oltre ad insegnare filosofia, è l'incarnazione della maieutica: non credo Socrate farebbe obiezioni in merito!
È sempre stato aperto al dialogo, al confronto con noi studenti e lo è sempre stato con una dolcezza disarmante: dolcezza che oggi ho capito essere frutto dell'esperienza e della sua proverbiale pazienza!
Devo ringraziarla con tutto il cuore perché se oggi mi emoziono specchiandomi negli occhi di un bambino, girando l'angolo di una strada parigina, ascoltando le stelle sorridere, ammirando la fiamma di una lanterna o leggendo le pagine di un libro è indubbiamente merito suo! Devo ringraziarla perché non potrei nè vorrei immaginare una vita diversa, devo ringraziarla perché questa capacità di emozionarsi è la più dolce droga che si possa provare, devo ringraziarla perché da lei ho imparato la Delicatezza, devo ringraziarla perché ha sempre risposto alle mie domande, devo ringraziarla perché la maggior parte delle volte mi ha risposto con una domanda, devo ringraziarla perché mi ha insegnato a mettere in dubbio la realtà, devo ringraziarla perché mi ha insegnato ad avere fiducia nelle persone, devo ringraziarla perché quando sento la parola "filosofia" nella mia mente compare il suo sorriso e la sua passione ed anche io sorrido e mi emoziono, devo ringraziarla perché non solo mi ha aiutato a crescere ma mi ha insegnato che non si diventa mai grandi, devo ringraziarla perché lei aveva fiducia nei suoi alunni ed ora sono una ragazza che ha fiducia nel futuro, devo ringraziarla perché mi ha insegnato ad amare le persone, la natura ed anche ciò che non si può cogliere con i sensi...
Per troppe ragioni dovrei ringraziarla e per quanto lungo fosse l'elenco ne dimenticherei comunque qualcuna quindi mi limito a ringraziarla per aver dato a tutti noi la possibilità di imparare come ESSERE persone migliori piuttosto limitarsi ad AVERE nozioni superiori.
Nella sua descrizione mancano molte qualità straordinarie che la caratterizzano, ma non la sua dolcezza ed umiltà: non mi stupisce queste non può proprio nasconderle!
Carissimo professore, non so se vorrà pubblicare questa "mia" descrizione, però ci tenevo davvero a farla!!!
Grazie infinite, grazie di cuore
Con affetto
Diletta

Giulio ha detto...

Carissima Diletta,
Grazie per le tue gentili parole, che provengono dalla tua bontà e dalla tua generosità. Non ritengo che tanti altri condividerebbero le tue affermazioni.
L’insegnamento si basa fondamentalmente sulle relazioni interpersonale che si stabiliscono tra l’insegnante e gli alunni. Tali relazioni dipendono dalle condizioni esistenziali delle persone: condizioni caratteriali, famigliari, ambientali, culturali, motivazionali… per cui un educatore, non eludendo le finalità educative affidategli, deve cercare un possibile equilibrio tra le esigenze didattiche e le varie condizioni esistenziali.
Il tempo e lo spazio in cui vive una classe e il numero degli alunni e la varietà delle loro esigenze e delle loro richieste non permettono un efficace dialogo interpersonale, tuttavia ogni ora di lezione è un momento di crescita, di socializzazione e di formazione per quello che si dice e si fa palesemente o sotto il banco.
Un atteggiamento autoritario potrebbe assopire la vivacità e la riflessione critica degli alunni, per cui ho sempre preferito il loro coinvolgimento riflessivo ed emotivo, anche se alcune volte ho rischiato di non conseguire un duraturo equilibrio della disciplina.
Gli utenti e gli attori principali sono gli alunni, è per loro che esiste la scuola, gli insegnanti devono guidarli, sostenerli nella loro crescita. In particolare la storia e la filosofia impongono una continua ed attiva riflessione critica e ho sempre lasciato ampi margini di discussione.
La tua sensibilità, la tua disponibilità e le tue motivazioni, carissima Diletta, ti hanno offerto la possibilità di cogliere in positivo il mio impegno professionale; avrei tanto desiderato che anche tutti gli altri alunni avessero colto pienamente tale opportunità…; ne avranno colto altre più adatte alla loro personalità.
Grazie, un carissimo saluto