mercoledì 18 gennaio 2012

Individuo o persona

Se dalla definizione generale passiamo ad analizzare un individuo, notiamo, oltre i caratteri generali, tante particolarità che caratterizzano e differenziano i vari individui per quanto riguarda la composizione genetica, l’aspetto fisico … per cui potrebbe affermarsi che non esiste un individuo identico ad un altro.
Se poi consideriamo l’individuo sotto l’aspetto culturale, per cui si parla di persona, allora la differenza aumenta enormemente, perché ciascuna persona vive in ambienti diversi, con persone che le trasmettono esperienze diverse, condivide lingua, cultura, religione con comunità diverse. Perciò non si può parlare di identità o uguaglianza tra gli uomini, forse sarebbe opportuno riscoprire il termine di analogia per indicare il rapporto tra gli individui.
Ciò non riduce affatto la portata delle conquiste di uguaglianza della Rivoluzione Francese o della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, anzi richiama l’attenzione al rispetto dell’identità dell’altro e alla sua libertà. Se invece dell’esclusione del diverso ci fosse maggiore curiosità nel conoscere l’altro, che è connaturata all’uomo, potrebbe svilupparsi un dialogo proficuo e l’umanità ne uscirebbe arricchita e potenziata.

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Uguaglianza

Quando ragioniamo, quando facciamo scienza usiamo dei concetti, tali concetti, secondo la riflessione logica di Aristotele, entrata nella tradizione della logica scolastica, possono essere universali e particolari. I concetti universali hanno maggiore estensione, si riferiscono ad un maggior numero di esseri, ma hanno minore comprensione, cioè sono generici, e non definiscono bene gli esseri a cui si riferiscono.
I concetti particolari hanno una minore estensione, si riferiscono ad un minor numero di esseri fino all’unità, ma ci danno maggiore comprensione degli esseri a cui si riferiscono.
Quando parliamo in generale di una categoria di esseri, possiamo essere d’accordo sulla loro uguaglianza, e quando la scienza parla in generale usa concetti generali, per cui tutti gli esseri che rientrano in quei concetti sono uguali.
Quando durante la Rivoluzione Francese si sosteneva l’uguaglianza tra gli uomini, o quando oggi la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, afferma l’uguaglianza degli uomini, tutti concordano nell’affermare pari dignità di tutti gli uomini e pari diritti. Principi questi giusti, che dovrebbero essere sostenuti e difesi in ogni momento e sotto ogni aspetto della vita politica, sociale, economica…
La loro difesa è segno di rispetto, di civiltà, di cultura; aiuta e rende possibili la convivenza pacifica, la solidarietà e la difesa della libertà e della dignità umana.

Tra l'esistente e la realtà c'è un rapporto di manipolazione

La conoscenza non può essere ridotta solo ad un atto di contemplazione libera e disinteressata della realtà, ma è strettamente legata a produrre gli strumenti necessari per la sopravvivenza. Il mito di Prometeo, sin dall’antichità greca, insegna che per soddisfare i proprio bisogni e per difendersi, l’uomo ha bisogno dell’arte e del fuoco. Per questo Prometeo rubò agli dei il fuoco, sopportandone la pena, per garantire la sopravvivenza dell’uomo, a cui Epimeteo non aveva dato i mezzi adatti come aveva fatto per gli altri esseri viventi.
E l’uomo con l’arte e il fuoco ha cercato di manipolare la natura a suo vantaggio. Con la Rivoluzione scientifica, il processo di conoscenza del mondo fisico ha accentuato sempre di più la sua evoluzione fino alle scoperte odierne, che pongono con impellenza alcune riflessioni circa la loro incidenza ecologica. Due riflessioni sembrano più urgenti: lo sviluppo settoriale e la rottura dell’equilibrio del sistema natura, e la manipolazione genetica sui vari esseri viventi, compreso l’uomo.
Oggi, potrebbe essere opportuno ritornare a prestare maggiore attenzione alle cause finali, la scienza dovrebbe prendere i dovuti legami con l’etica. S’impone con urgenza la riflessione bioetica.