sabato 23 marzo 2013

La preghiera di Gesù


 
 
1.      Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.

2.      Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.

3.      Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

4.      Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.

5.      E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.

6.      Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.

7.      Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te,

8.      perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

9.      Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.

10.  Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.

11.  Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

12.  Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.

13.  Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.

14.  Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

15.  Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno.

16.  Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

17.  Consacrali nella verità. La tua parola è verità.

18.  Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo;

19.  per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.

20.  Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me;

21.  perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

22.  E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.

23.  Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.

24.  Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.

25.  Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.

26.  E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Giovanni 17, 1-26

 

sabato 16 marzo 2013

Quanti in Parlamento?

Il numero dei parlamentari dipende da come si intende la democrazia e quali funzioni si affidano alle istituzioni.

Nell’Europa, tra il ‘600 e il ‘700, si è affermato il bicameralismo; tale istituzione era determinata dalle condizioni sociali dell’epoca e da come era gestita la sovranità. Il monarca deteneva tutti i poteri dello stato che spesso delegava ad un primo ministro e ad altri funzionari. Quando il terzo stato, in modo particolare la borghesia, diventa classe determinante per lo sviluppo del paese, impone al re o ai suoi ministri il controllo del loro operato, soprattutto delle spese e delle tasse, nasce il parlamento con due camere. La camera bassa esprime la volontà del popolo, la camera alta la volontà del sovrano: le leggi si consideravano approvate quando si raggiungeva un accordo tra le due camere.

Tale bicameralismo è stato confermato non solo nelle monarchie costituzionali contemporanee, ma anche quando gli stati si sono dati istituzioni repubblicane, per una rilettura e approvazione delle leggi prima della promulgazione.

La democrazia, anche quella rappresentativa, dovrebbe riassumere le volontà del popolo, per cui la Costituzione italiana, prevede l’elezione dei parlamentari da parte del popolo, al quale devono giustificare il loro operato tramite il passaggio elettorale. Tuttavia ritiene che il mandato chiesto al popolo non sia vincolante, perché i parlamentari devono pur giungere a sintetizzare le volontà popolari in una norma condivisa.

La prima sintesi si realizza tramite i partiti, coloro che rappresentano bisogni simili e di conseguenza possono assumere iniziative parlamentari affini, si riuniscono in gruppi partiti.

Nel tempo i partiti hanno assunto il ruolo di  creare e di orientare il consenso, riducendo l’intervento individuale dei parlamentari. Affermandosi il principio di centralismo democratico o della disciplina di partito si è pervenuto alla partitocrazia, degenerata in seguito nei partiti personali.

Quanti al Parlamento?

1.    Anzitutto, poiché non c’è più la monarchia e la base elettorale è uguale, in quanto espressa dagli stessi partiti politici presenti nelle due camere in modo proporzionale, il Senato è inutile e potrebbe essere abolito o ridotto con funzioni diverse da quelle della Camera dei deputati.

2.    Se il Parlamento è espressione di partiti personali, il numero dei parlamentari, il cui ruolo è ridotto a votare le decisioni del leader e nelle migliori delle ipotesi al ruolo di consulenti del capo, potrebbe essere drasticamente ridotto.

3.    Una decisione simile potrebbe essere adottata in uno stato di partitocrazia, in quanto le scelte politiche avvengono nelle direzioni dei partiti. Non cambia la rappresentanza democratica con il M5S, i cui rappresentanti, per ora, seguono le direttive di due personaggi (uno noto, l’altro non del tutto conosciuto), che sono fuori dal Parlamento.

4.    Se il Parlamento è veramente espressione del popolo, allora dovrebbe esserci un numero congruo per esprimere le varie esigenze del popolo sia come espressione dei bisogni generali, sia come espressione delle necessità territoriali. Essendo la popolazione italiana intorno ai 60.000.000 e considerando che ci sono delle istituzioni intermedie, Comuni e Regioni (le Provincie, in quanto enti amministrativi potrebbero essere eliminate), il numero attuale dei parlamentari alla Camera dei deputati, in funzione della effettiva rappresentanza popolare, non dovrebbe essere ridotto eccessivamente.