sabato 28 aprile 2007

La dieta

Non sono un dietologo, ma voglio esprimere una mia semplice opinione frutto di proprie esperienze, di letture e di vita. I dietologi, come i medici e tanti studiosi, dopo varie ricerche definiscono i principi della nostra alimentazione, quindi in relazione a tali principi stabiliscono le varie diete. (Certamente sto affermando delle ovvietà di cui tutti sono convinti soprattutto chi con professionalità esercita tale attività).
Gli studi scientifici si basano su tante osservazioni, su dati statistici, sull’analisi dei dati raccolti. Le conclusioni a cui pervengono sono la sintesi di tali esperienze, che offrono delle indicazioni generali valide, ed è opportuno tenerle presenti quando si stabilisce una dieta. Ma quando si definisce la dieta per un individuo, bisogna operare con la massima cautela, perché bisogna seguire un processo inverso a quello seguito negli studi, ovvero nell’applicazione dei principi generali bisogna considerare le condizioni particolari dell’individuo: il suo metabolismo, il suo comportamento e direi anche le condizioni climatiche dell’ambiente in cui lo stesso vive.
Ecco perché nell’adottare una dieta bisogna prestare la massima attenzione e come gli specialisti raccomandano, quando si fa una dieta impegnativa, è opportuno consultare il medico o il dietologo, i quali dopo una seria conoscenza dell’individuo definiranno la dieta opportuna e seguiranno le sue varie fasi.

venerdì 6 aprile 2007

La dignità dell’uomo

L’uomo si è sempre considerato un essere privilegiato nei confronti degli altri esseri, anche se le sue peculiarità sono state interpretate in vario modo nel corso della storia.

Nell’antichità l’uomo era un essere animato tra tanti esseri animati, e la sua anima poteva incarnarsi anche in altri esseri viventi (nella trasmigrazione delle anime), tuttavia nell’uomo l’anima appariva con la sua intelligenza.

Aristotele distingue gli esseri viventi in esseri vegetali, sensitivi, razionali attribuendo a ciascuno un’anima che governa il proprio stato; all’uomo attribuisce la capacità intellettiva, ovvero la capacità di cogliere le idee.
Anche gli altri filosofi greci, pur se con differenti accezione, considerano l’uomo capace di conoscenza, di libertà e di felicità.

Nelle religioni monoteistiche l’uomo ha una particolarità, che lo distingue dagli altri esseri, è simile a Dio, è l’essere prediletto di Dio, perchè Dio gli ha comunicato direttamente la vita dandogli l’anima, il soffio divino. Tuttavia le religioni, pur riconoscendo all’uomo la libertà, ritengono che Dio si preoccupi di lui e lo guidi alla salvezza.

Durante l’Umanesimo, all’uomo, pur sempre creatura di Dio, viene riconosciuta la libertà di prendere autonomamente decisioni per la sua vita, e di essere attore nella storia. L’uomo è al centro nella scala degli esseri.

Nel ‘600 e ‘700 l’uomo è soprattutto ragione che illumina e domina ogni cosa, ma intanto il suo corpo è diventato un oggetto di scienza così come tutti gli altri esseri viventi. Vivo è in questo periodo il dibattito tra i razionalisti empiristi e i razionalisti innatisti, cioè tra coloro che sottolineano la superiorità dell’uomo in quanto essere spirituale e libero e coloro che riducono l’uomo ad una meravigliosa macchina, regolata da leggi fisiche; questione ancora aperta.

Da sempre si è posto con forza il problema della difesa dell’individualità o dell’appartenenza ad un’entità superiore: l’uomo ha valore in sé in quanto individuo o acquista un senso in quanto partecipe della vita di Dio o dell’umanità o di una società?

Le risposte differiscono secondo la sensibilità insita in ciascuno. Ma da ottimista, che sono, ritengo che l’uomo abbia una propria dignità, che va rispettata e difesa.

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