domenica 4 settembre 2011

La raccolta delle mandorle

Alla fine di agosto le mandorle aprono il mallo, è il momento opportuno di raccoglierle, prima che inizi la vendemmia dell’uva da vino. Si allestiscono i teli, le verghe per batterle, i sacchi necessari per trasportale. Quando tutto è pronto, di buon mattino, perché le giornate assolate di agosto e inizio settembre rendono faticoso il lavoro, i contadini, sui carri, si recano ai campi.
“Incominciamo dalla parte in fondo al campo”, “Andiamo” dice chi dirige i lavori, di solito il capo famiglia se è coltivatore diretto.
Gli operai si caricano sulle spalle gli attrezzi e vanno in fondo al campo. A pena stesi i teli sotto l’albero due giovani operai saltano sull’albero e incominciano a battere i rami, le mandorle cadono con veemenza, bisogna scostarsi dall’albero. “Attenzione! Non vi poggiate sui rami deboli”, “battete quell’altra frasca!” “Gianni, prendi la verga, fai un giro intorno per qualche mandorla dimenticata”.
Quando i battitori scendono dagli alberi, vengono raccolte anche le mandorle cadute fuori dai teli, quindi si tirano i teli in modo da ammucchiare e si versano nei sacchi.
Negli anni 50-60 c’era ancora tanta povera gente, e molti seguivano i raccoglitori di mandorle per “spigolare” ovvero ricercare qualche mandorla dimentica sugli alberi o caduta vicino al tronco. Ciò era consentito quando erano stati raccolti tutti gli alberi del campo, ma spesso gli spigolatori entravano nel campo quando gli altri stavano ancora a lavorare e spesso suscitavano degli alterchi, fino a coinvolgere le guardie campestri.
La raccolta non è un lavoro tanto pesante, ma ripetendo le stesse operazioni per l’intera giornata a ritmo sostenuto, gli operai sono sudati e stanchi. È finita la giornata di lavoro: si trasportano a spalla i sacchi ripieni sul carro, si ripongono tutti gli attrezzi sullo stesso, infine salgono gli operai e si ritorna al paese, dove devono scaricare il carro e riporre le mandorle in deposito, che spesso risulta essere la casa del coltivatore proprietario.
Il tragitto dal campo alla dimora è breve e pianeggiante, ma spesso non è così agevole. Alcune volte ci vogliono una o più ore e dei tratti di strada sono in salita. Nelle strade in salite spesso il mulo o il cavallo fanno fatica a tirare il carro carico, allora bisogna alleggerire il peso: i contadini scendono dal carro e se necessario, facendo forza sulle ruote, cercano di spingere anche loro il carro.
La giornata, iniziata al levar del sole, finalmente è terminata. È il momento del pranzo e del riposo.