giovedì 17 febbraio 2011

C'è speranza per il mandorlo?

Mandorlo in fiore,
vaga speranza dell’agricoltore,
tu messaggero di primavera
ti vesti di candido manto
primo fra gli alberi fruttiferi.
Gioia vana accendi negli animi,
i tuoi delicati fiori non proteggi
dal gelo e dalla nebbia.
Deluso il vecchio agricoltore
non dispera,
caduti i fiori,
il bianco manto si tramuta in verde,
speranza lontana d’una futura stagione.
Ma il giovane non spera più in te
vaga speranza di mandorlo in fiore,
tu non ricompensi il duro lavoro d’un anno,
albero bugiardo!
G.73










In realtà il mandorlo non è bugiardo, ha la sua primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno, ripercorre puntualmente le stagioni secondo le leggi della natura. Ma il suo percorso è faticoso e lo sanno bene gli agricoltori che già in dicembre osservando la luce del sole, in particolare il giorno della vigilia di Natale, cercano di trarre auspici per il raccolto dell’anno prossimo venturo.
Il mandorlo è una dei primi alberi da frutto a fiorire, e pur durando la sua fioritura parecchi giorni, questa può essere blocca o distrutta dalle intemperie che si avvicendano nel periodo di fine inverno e inizio primavera.
In seguito è aggredito da malattie crittogamiche e attaccato da afidi in primavere e in estate. È quindi una pianta che richiede tanta cura. Ma gli agricoltori per lungo tempo si sono affidati al corso della natura, e mentre sono riusciti con vari prodotti chimici a proteggere altre colture in particolare la vite e l’ulivo, non hanno prestato un adeguato impegno alla difesa del mandorlo, forse perché lo ritenevano più resistente.
La produzione del mandorlo è andata sempre più diminuendo, anche per le difficoltà nella raccolta e gli alti costi di produzione. La coltivazione del mandorlo associata a quella dell’ulivo va scomparendo, mentre resiste ancora e c’è una piccola ripresa della coltivazione specializzata.
La coltura del mandorlo potrà avere un futuro con la specializzazione della coltivazione, con una lotta antiparassitaria più attenta, con la riorganizzazione della raccolta, e soprattutto se sostenuta da un ricavo remunerativo del lavoro.