lunedì 19 agosto 2013

Quando c’è bonaccia bisogna mettere mano ai remi


 

L’uomo, pur provando un certo senso di nostalgia dell’innocenza perduta, pur provando un certo piacere a vivere affidandosi alla spontaneità delle proprie sensazioni, cerca la propria libertà, vuole essere signore del suo destino, vuole dominare ciò che lo circonda. Ciò lo costringe a superare le impressioni sensoriali e a cercare spiegazioni più profonde, pur con la consapevolezza delle difficoltà e dei limiti della propria conoscenza.

Già Eraclito, che pur riteneva dormienti coloro che ritenevano di conoscere tramite le impressioni dei sensi, affermava: "Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos". (Eraclito, fr. 45 Diels-Kranz).

Tuttavia l’uomo non si è arreso alle difficoltà e ha continuato ad approfondire la conoscenza sia del mondo fisico sia di se stesso  e del suo agire.

Platone riprendendo la metafora della navigazione affermava che non potendo conseguire la verità con la navigazione a vela (conoscenza sensibile) è necessario mettere mano ai remi (conoscenza razionale) quando c’è bonaccia e proseguire anche se a fatica il viaggio.

 L’uomo affronta tale fatica per essere libero, per fare delle scelte consapevoli, per dare senso alla sua esistenza. Queste riflessioni lo aiutano a trovare valori e regole condivise e gli permettono di vivere una vita personale più serena e di stabilire una convivenza pacifica con gli altri.
Spesso tuttavia perde la consapevolezza del limite della conoscenza umana e invece di essere aperto al dialogo per sviluppare ulteriormente la conoscenza, ritiene esclusivo e assoluto il risultato momentaneamente raggiunto, e vorrebbe imporla ad altri ad ogni costo, sollevando motivi di contrasti e di guerre.

Nessun commento: