mercoledì 10 luglio 2013

Ricordi della Prima Guerra Mondiale


Zio Giacomo e zia Margherita, ormai ultra ottantenni trascorrevano l’ultima fase della loro vita, in una piccola casa, che non aveva neppure un balcone che si affacciava sulla strada. Preferivano trascorrere gran parte del tempo in terrazza, dove avevano un locale, adibito a cucina.

Avendo trascorso gran parte della vita in campagna, ora preferivano vivere ancora all’aria aperta, ascoltando il cinguettio dei passeri e in primavera lo stridio delle rondini. Quando si ritiravano gli ultimi raggi di sole, scendevano nel piccolo appartamento per seguire i programmi televisivi, finché non si assopivano; era l’ora di andare a letto.

Mario andava spesso a fare visita ai vecchi zii con i quali si tratteneva dialogando per qualche tempo. “Buon giorno zii, come state?” al saluto del nipote lo zio rispondeva sornione: “Cristo (Dio) si è dimenticato di noi” oppure “Cristo non ha più posto, vedi quante disgrazie, quanti morti ci sono ogni giorno” si riferiva agli incidenti, alle guerre, di cui aveva notizie dalla televisione. Zia Margherita subito interveniva precisando in dialetto: “Carne triste (cattiva) non la vuole Cristo” per significare che forse non erano ancora buoni e pronti per essere accolti da Cristo.

Si discuteva delle esperienze di vita e immancabilmente il discorso cadeva sui fatti di guerra: “quanti morti, che stragi inutili” la vita dei sodati non aveva alcun valore, la guerra era una carneficina. Tra gli altri eventi ricordava quando, nel 1916, gli austriaci usarono i gas asfissianti mentre loro erano in trincea sul San Michele: con tanta tristezza ricordava i tanti commilitoni colpiti dai gas, e la visione del campo di morte di tante giovani vite. Pochi riuscirono fortunosamente a salvarsi, il soldato Giacomo e pochi altri avvolti nei mantelli, rifugiatisi negli anfratti che il monte offriva, riuscirono a sopravvivere. Quando i primi incominciarono a scoprirsi videro arrivare gli austriaci, allertarono i pochi sopravvissuti; i comandanti, vedendo che i vapori di morte erano spinti verso la valle, cercarono di organizzare la difesa. Gli austriaci continuavano ad avanzare sì, ma per le mutate direzioni dei venti erano colpiti anche loro dai gas, che sebbene avessero perso l’efficacia mortale, riuscivano a stordire chi ne era colpito. Pertanto i pochi soldati italiani, appena si trovarono di fronte agli austriaci riuscirono a disarmarli, a farli prigionieri, quindi li affidarono alle retrovie italiane.

“Eventi tristi! - commentava zio Giacomo - che non avvengano mai più!”.

Il sole si nascondeva dietro l’orizzonte, gli zii si apprestavano a scendere giù nel loro piccolo appartamentino, Mario saluta: “Ciao, arrivederci!”

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