giovedì 20 agosto 2009

Cuore di Mamma

Una giovane mamma, Anna, aveva avuto un primo figlio Saverio, un bel bambino dai capelli d'oro e occhi celesti. Questi purtroppo morì quando non aveva neppure un anno.
Alla seconda maternità Anna ebbe due gemelli: un maschietto a cui dette il nome Saverio, lo stesso nome del primogenito e nome del suocero, secondo i costumi delle propria cittadina, e una femminuccia, che chiamò Maria, nome coincidente sia a quello della propria mamma che della suocera. Per poterli nutrire allattò al suo seno la piccola e affidò ad una balia il maschietto, all'epoca non era ancora diffuso l'uso del latte in polvere o alimenti vari per bambini come oggi. La figlioletta tuttavia non superò il secondo anno di vita. Nella prima metà del Novecento la mortalità infantile era ancora elevata.
In seguito ebbe altri due figli, Nicola e Mario.
Ai tre figli sopravvissuti offriva tutto il suo amore e le sue trepide cure. Ma il ricordo dei due figlioli morti prematuri, non venne mai meno e segnò la vita della mamma.
In camera da letto, tra gli altri mobili, c'era un comò ornato con un'immagine del Sacro Cuore circondato da volti di angioletti. Davanti a questa immagine in alcune ricorrenze religiose accendeva una lampada votiva ad olio. Quando accendeva la lampada, recitava delle preghiere e, alcune volte, avendo accanto i figlioli, a questi indicava due angioletti dell'immagine come i suoi figlioletti che erano vicino a Gesù.
Ricordava con rammarico Maria, perché le era venuta meno un'amica della vita, dal momento che i figli maschi, ad una certa età, non resistono a stare in casa.
Anche sul letto di morte anela al suo incontro; mentre il suo figlio Mario le teneva strette le mani, lei continuava a ripetere “portami a casa, portami dove sta mamma e Maria”, la figlioletta che aveva avuto sempre nel suo cuore di mamma.

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