martedì 10 febbraio 2009

La democrazia

La democrazia è una forma di governo in cui il potere sovrano è esercitato dal popolo. Il termine deriva dal greco δήμος (démos), popolo e κράτος (cràtos), potere e significa governo del popolo. Tale forma di governo è andata maturando nel corso della storia, pertanto ha subito varie interpretazioni, quasi sempre legate alle considerazioni che si aveva del popolo e alla stessa maturità o autoconsapevolezza che il popolo aveva di sé.
Pericle nel suo discorso celebrativo di Atene, riportato da Tucidite dà una definizione significativa della democrazia. “Il nostro ordine politico non si modella sulle costituzioni straniere. Siamo noi d'esempio ad altri, piuttosto che imitatori. E il nome che gli conviene è democrazia, governo nel pugno non di pochi, ma della cerchia più ampia di cittadini: vige anzi per tutti, di fronte alle leggi, l'assoluta equità di diritti nelle vicende dell'esistenza privata...”(TUCIDIDE, Guerra del Peloponneso). La partecipazione alla vita politica in democrazia spetta alla “cerchia più ampia di cittadini” anche se vige per tutti l'equità di fronte alle leggi. Inoltre in democrazia i cittadini dovrebbero essere orgogliosi di essere popolo di uno stato, dovrebbero partecipare attivamente alla vita politica, intervenendo nelle assemblea, rilevando le varie problematiche cittadine, evidenziando i propri interessi sociali e le proprie capacità, in tal modo “si costituisce una scala di valori fondata sulla stima che ciascuno sa suscitarsi intorno, per cui, eccellendo in un determinato campo, può conseguire un incarico pubblico, in virtù delle sue capacità...” (id)
In una società democratica è necessaria la condivisione di alcuni principi, che emergono anche dal documento riportato, ovvero l'Uguaglianza, la Partecipazione, la Condivisione di valori, la Capacità di assumere un incarico pubblico. Nella storia la democrazia si è affermata nelle forme possibili in quelle società che sono riuscite a coniugare tali principi; quando ciò non è stato possibile, o con la forza o con l'inganno, il popolo ha perso la sovranità ed è diventato suddito, cioè subordinato al governo di uno o più individui che ritengono di essere diversi e superiori agli altri uomini.
Alcuni affermano che la democrazia è una forma di governo lenta e debole e spesso difficile da gestire. Questi possono apportare anche delle ragioni: la disuguaglianza dei cittadini, sia per capacità personali che per ricchezza; le dinamiche sociali e di gruppo per cui alcuni si adeguano alle situazioni di fatto, altri invece si distinguono per intolleranza e per affermazione individuale, chi sfida al confronto chi preferisce adeguarsi piuttosto che difendere i propri punti di vista.
Quando si devono prendere delle decisioni, in democrazia per conseguire una maggioranza sono necessari lunghi dibattiti, alcune volte inconcludenti, mentre spesso chi governa deve dare risposte immediate.
Queste ed altre possono essere motivazioni sostenibili contro la democrazia, ma queste difficoltà sono superate se si considera lo stato d'animo di un cittadino che si sente coinvolto nelle decisioni, che in qualche modo si sente responsabile del scelte che vengono prese per il benessere del proprio Paese e quindi di sé stessi; sentirsi libero, piuttosto che sottoposto a scelte altrui, a cui non può esprimere le proprie contrarietà.
L'opinione di uno o di un gruppo non potrà mai interpretare la ricchezza di opinioni di un popolo; di qui la necessità del confronto continuo e delle scelte mediate da ampi dibattiti, sostenute da un seria preparazione culturale e volontà di una crescita collettiva piuttosto che individuale.
Né bisogna considerare la democrazia un governo in cui ognuno è libero di agire in modo arbitrario, in democrazia il rispetto delle leggi è cogente come in ogni altra forma di governo, anche se non condivise, in tal caso in questa forma di governo c'è la libertà di adoperarsi per poterle cambiare, ma bisogna rispettarle finché sono in vigore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

salve prof.....
giorni fa stavo appunto riflettendo sul tema della libertà unito a quello della democrazia. Può essere un cittadino libero in una democrazia? In teoria si . ma purtroppo nella vita di tutti i giorni questo non accade.
Sicuaramente la democrazia è l'unica forma di governo che può garantire i diritti e i doveri del cittadino...si li garantisce con le leggi, ma poi nell'atto pratico il più delle volte questo non accade. Ci troviamo di fronte ogni giorno ad un ragazzo che ha il diritto allo studio, ma poi non ha NESSUNA opportunità di realizzare i suoi sogni...Credo appunto che la libertà sia proprio questo : realizzare i propri sogni, i propri progetti.
Ma questo purtroppo non accade mai.
Ed è uno dei tanti enigmi della nostra società, della nostra democrazia.
Nel passato sicuramete un notevole influsso sullo sviluppo della democrazia fu esercitato anche dalla religione cristiana, con il principio dell'uguaglianza. Tuttavia questo principio con il passare del tempo e anke oggi credo che sia del tutto sparito o quantomeno trascurato....
la libertà a mio avviso è in stretto contatto con l' uguaglianza...
Allora....se un uomo ha una condizione diversa dall'altro, se un uomo ha più raccomandazioni di un altro, se un uomo puo avere un posto di lavoro e un altro no....come si può dire che viviamo in uno stato libero???
Non vuole essere questa un opinione legata al comunismo (anke perke in medias start virtus, e gli estremi vanno sempre evitati :) ), ma è un'opinione che si puo ritrovare facilmente nell'Italia di oggi....

marika

Giulio ha detto...

Cara Marika,
con questo tuo intervento poni diverse domande, che spesso si pongono i giovani, provo a risponderti.
1.Democrazia e libertà: la democrazia garantisce la libertà politica dei cittadini in quanto tutti tramite le forme possibili di espressione delle proprie opinioni possono partecipare alla formazione delle leggi; la democrazia non dovrebbe permettere la sopraffazione di uno o di un gruppo su gli altri cittadini, per cui la formazione delle leggi deve seguire un particolare iter, inoltre i poteri dello Stato vengono sottoposti a particolari controlli reciproci (la divisione dei poteri).
2.La democrazia non è libero arbitrio: in democrazia un cittadino non può fare ciò che vuole. Quest'anno nel corso di storia e di filosofia abbiamo visto delle teorie circa l'origine dello stato, tutti concordano che lo stato limita con le leggi la libertà individuale per garantire un'armonica vita sociale. E se ricordi Socrate, dagli studi di filosofia dello scorso anno, questi ha accettato la morte piuttosto che disobbedire alle leggi. In democrazia le leggi possono essere cambiate con il consenso della maggioranza, ma fino a quando sono leggi dello stato devono essere rispettate.
3.La democrazia e lo studio: una delle conquiste degli stati democratici è il diritto allo studio. Con un corso adeguato di formazione i cittadini dovrebbero essere posti nella condizione di essere prima di tutto cittadini a pieno titolo, ovvero consapevoli dei propri diritti e doveri e partecipare al dibattito e alla vita politica del proprio paese; quindi, visto la complessità e l'elevata specializzazione delle varie attività socio-economiche della società odierna, lo studio è importante per acquisire le abilità professionali che ciascuno intende perseguire.
4.La democrazia e il lavoro: la nostra Costituzione nel primo articolo afferma che la Repubblica si fonda sul Lavoro. Nel titolo terzo la Costituzione Italiana definisce i vari interventi dello Stato in favore dei lavoratori...
Il lavoro è anche un'utilità sociale e per un armonico sviluppo c'è bisogno una giusta distribuzione delle varie attività e professioni, tale distribuzione è sostanzialmente regolata da “mercato del lavoro”. Per quanto riguarda l'occupazione in attività statali c'è la regola del concorso, tramite il quale dovrebbe avvenire la selezione dei “migliori”.
5.Il comunismo è una bella utopia, che alcuni piccoli gruppi riescono a vivere: alcuni ordini monastici e anche alcune comunità laiche che condividono ideali comuni; ma nei paesi retti dalle democrazie popolari si è stato un grave fallimento per tanti motivi...
6.Democrazia e raccomandazione: in ambito privato la raccomandazione non è altro che una segnalazione fatte tra persone di fiducia che sottolineano le buone capacità dell'eventuale operaio o impiegato da assumere, è responsabilità dell'imprenditore correre il rischio di assumerlo in funzione delle proprie necessità. In ambito pubblico se fossero rispettate le leggi del concorso non dovrebbero esserci raccomandazioni; purtroppo avvengono spesso degli interventi illeciti, e come ogni reato, avendo le prove, potrebbe essere perseguito: non è facile ma è possibile.
7.Mi permetto di esprimere un mio personale parere ad una giovane studentessa: non è facile fare previsione per il futuro, tuttavia se uno ha voglia e passione di affermarsi in una determinata attività professionale, deve considerare le varie opportunità che la società offre in quel settore lavorativo, ma non deve farsi assillare dal dubbio e dall'incertezza, invece deve potenziare tutte le proprie capacità per raggiungere la meta prefissata, se non le sarà offerta l'opportunità desiderata, le capacità acquisite potranno essere dirottate in attività simili richieste dal mercato del lavoro. L'errore più grave sarebbe lasciarsi dominare dalla sfiducia e quindi abbandonarsi all'inedia.
É ora di progettare, auguri
Giulio