martedì 1 luglio 2008

Il problema spazzatura

Riprendo il discorso sui rifiuti solidi urbani di una cittadina con una popolazione prevalentemente dedita all'agricoltura. (Riferisco le mie esperienze)
Intorno agli anni 60 i problemi dello smaltimento dei rifiuti incominciano ad evidenziarsi. La diffusione delle lattine e della plastica fanno crescere i rifiuti solidi urbani che non possono più essere versati nei campi, non servono per la concimazione, creano disagio alla coltivazione e sono inquinanti.
Si diffondono le cucine a gas e non si bruciano i residui della carta e del legno; la popolazione, pur occupata in maggioranza nell'agricoltura, si articola con altre attività economiche e impiegatizie, i cui addetti generano maggiore quantità di rifiuti che non posso smaltire da sé; inoltre le strade vengono tutte asfaltate, si sviluppano nuovi prodotti per l'igiene della casa, si sviluppa il consumo, diminuisce la sensibilità al recupero, pertanto si accumulano maggiore quantità di residui.
Cambia la raccolta dei rifiuti urbani: non possono essere versati all'angolo delle strade, ma sarà raccolta, come si dice ora “porta a porta”, non più con carri a trazione animale, ma con mezzi meccanizzati.
I netturbini durante la prima mattina passavano e con i fischietti segnavano la loro presenza, le mamme o i ragazzi uscivano di casa e versavano le pattumiere sui carretti con bidoni dei netturbini, quindi passavano gli autocarri che caricavano la spazzatura per trasferirle nelle discariche.
Siamo nel cosiddetto periodo del “boom economico” la società cambia, il benessere si incrementa sempre di più, crescono i consumi, crescono a dismisura gli scarti, a cui solo pochi si interessano, la soluzione più facile e più comune diventano le discariche.
Anche le industrie pensano alla produzione di beni, con tecnologie sempre più sofisticate, con la ricerca di nuove materie sintetiche, con lo sviluppo di prodotti chimici, ma non si preoccupano dei residui e degli scarti, che versano nei fiumi o nelle discariche a cielo aperto.
Mentre ci si preoccupa del benessere, si sta creando un disastro ecologico.

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