giovedì 20 settembre 2007

Un amico operaio

Mario, messo su famiglia, si stabilisce a Cavaria con Premezzo (VA).
La sua casa, posta al terzo piano forse dell’unico condominio di una certa rilevanza del paese, dominava la valle del torrente Arno.
Dal balcone si vedevano i campanili delle chiese e le case immerse dal verde di Oggiona e Santo Stefano. La posizione dominante offriva la visione di spettacolari panorami cangianti secondo le stagioni.

Questi luoghi sono rinomati per le bilance e i bilici, prodotti dalle diverse aziende diffuse nella zona.
Mario aveva urgente bisogno di una signora che assistesse la sua piccola figliola, mentre lui e la moglie erano al lavoro, cerca e conosce una gentile signora che si assume questa incombenza. Frequentando la dimora della signora entra in relazione col resto della sua famiglia, in modo particolare col marito con il quale stabilisce un cordiale rapporto di stima.

Scambiando le proprie esperienze di lavoro, la discussione cade sull’opportunità di lavoro che il territorio offriva. Nando, un operaio di un’industria di minuterie di Cavaria, ricordava, con una certa malinconia, che la propria azienda, quando lui era più giovane, occupava alcune migliaia di operai, tra uomini e donne, ma col tempo, in seguito all’automazione di alcune mansioni, oltre che per l’evoluzione delle bilance da meccaniche ad elettroniche, il numero degli operai si era tanto ridotto che la propria azienda non occupava più di trecento tra operai e tecnici. E dimostrava la sua preoccupazione per l’occupazione della futura generazione, infatti le aziende industriali, che avevano richiamato tanti operai dalle varie parti di Italia, ora a fatica potevano soddisfare le richieste dei residenti, e tanti giovani si trasferivano nei centri maggiori per trovare lavoro.

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