sabato 19 maggio 2012

Mamma e papà


Marco e Anna, nel loro entusiasmo giovanile rafforzato dal sentimento che li vincolava, si fecero carico del peso della famiglia senz'alcun risparmio di energia.
Dopo il primo anno di matrimonio nacque un bel bambino di carnagione chiara e dai capelli rossi, che chiamarono Saverio come il nonno paterno. Ma la gioia apportata da questo primo figlio durò poco, dopo pochi mesi  morì (all’epoca, non disponendo di efficaci cure mediche, molti bambini morivano al momento del parto o nei primi mesi di vita).
Tutti gli eventi della vita lasciano un segno indelebile nella persona che li ha vissuti, la morte del primogenito lascerà un’impronta in Anna per tutta la vita, che ogni tanto emergeva nel ricordo del figlio dai capelli rossi, che vedeva tra gli angeli che facevano corona all’immagine del Sacro Cuore, che era sul comò della camera da letto.

Le esigenze della vita sollecitano all’impegno quotidiano e il tempo copre con un velo sempre più denso i fatti trascorsi.  

Marco ogni giorno va a lavorare nei campi di suo padre o di altri, senza risparmio di fatica, è apprezzato e stimato per il suo lavoro; il ricavo del raccolto o il salario guadagnato lo consegna ad Anna, la quale, prelevatone una parte per l’economia domestica, lo deposita sul libretto bancario a lei intestato. È lei che amministra il bilancio famigliare che ha come unico introito il ricavo derivante dal lavoro di Marco e dalla vendita dei prodotti dei campi. 
Marco ha piena fiducia del suo operato, le chiede ogni tanto a quanto ammonta il deposito e, quando lo ritiene sufficiente per investirlo nella propria azienda, incomincia a fare dei progetti di acquisto facendone partecipe Anna, con cui condivide ogni decisione.

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