giovedì 9 settembre 2010

Il maestro


Quando incontri una persona, questa ti lascia un segno per tutta la vita.
Mario ebbe la fortuna di incontrare un maestro, Vincenzo Iurilli, che con serena autorevolezza, lo ha guidato per ben cinque anni, l’intero corso dell’educazione elementare, e ancora oggi lo ricorda con affetto.
Ogni giorno all’ingresso della scuola prelevava gli alunni della propria classe e li conduceva in classe, la sua prima premura era la cura dell’ordine e dell’igiene della persona.
Con un eloquio semplice dialogava con i bambini mentre insegnava loro i rudimenti del linguaggio e delle varie scienze.
Non mancavano dei momenti di apparente severità, anche con delle bacchettate sulla palma della mano, ma sempre con oculata attenzione.
Con tanta gentilezza e pazienza guidava i bambini alla scrittura e alla lettura e, pur in un ambiente rigido con banchi uniti neri e cattedra oscura, il maestro era quasi sempre in piedi e tra i banchi vicino ai bambini, soprattutto presso coloro che avevano più bisogno di aiuto.
Il suo metodo era ispirato ad una scuola attiva, sono ancora vive in Mario le esperienze che il maestro sollecitava per far conoscere la storia del paese e le attività della vita quotidiana.
Divideva la classe in gruppi, secondo la prossimità delle residenze, per la visita delle varie botteghe artigianali.
“Damani dovete andare da un ciabattino, portate carta e penna, prendete nota dei prodotti che fa, come opera e fatevi descrivere gli arnesi che adopera, raccomando la massima educazione”
Lo stesso ordine e raccomandazione si ripeteva ogni settimana per andare al fabbro, al falegname, al sarto, allo stagnino…
“Questa volta dovete andare al comune, dall’impiegato che sta all’ingresso fatevi guidare ai vari uffici, prendete nota di tutto, massima educazione.”
Il maestro ritenne opportuno che i ragazzi fossero informati anche sui trasporti pubblici, anche questa volta divise gli scolari in due gruppi, uno doveva in formarsi delle linee automobilistiche e dei relativi costi, uno doveva andare alla stazione.
Gli elenchi e le annotazioni degli scolari erano letti e commentati in classe con attiva partecipazione di tutti.
L’ultimo giorno di scuola, a buon ragione, salutò con commozione e con alcune lacrime agli occhi, mal celate, quei bambini a lui affidati che erano diventata una squadra di amici solidali e porteranno per tutta la vita il segno del loro maestro.

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