mercoledì 6 agosto 2008

Egregio Onorevole

Durante il periodo della mia giovinezza ho vissuto con entusiasmo la vita politica del tempo; anche se con contrapposte linee politiche si dialogava con i compagni e spesso si passavano intere serate a discutere le varie opinioni.
Nella piazza principale del paese spesso si tenevano dei comizi, soprattutto, ovviamente, in prossimità delle elezioni, e la piazza era quasi sempre gremita dal popolo. Allora ero un democristiano e partecipavo ai comizi dell'on. Aldo Moro, iscritto nella lista per la Camera del Collegio elettorale Bari-Foggia, che con stile sobrio ed elegante dipanava la sua linea politica con decisa fermezza, ricevendo applausi e approvazione anche dalla parte avversa.
Per il Senato candidato unico per la Democrazia Cristiana nel collegio, che comprendeva anche il mio comune, era Onofrio Iannuzzi, un grande oratore, che riusciva a galvanizzare la piazza con i suoi discorsi, e, pur esprimendo una critica ideologico-politica, aspra in quel momento, era sempre rispettosa dell'opinione altrui, e comunque non scadeva mai in volgarità.
I cittadini alla fine del comizio si soffermavano a discutere, confrontando le proprie valutazioni sia di adesione che di opposizione.
Ho ricordato questi due onorevoli, ma anche gli altri, di maggioranza e di opposizione, si distinguevano per solidità culturale-ideologica e per eleganza di stile.
Anche quando teneva i comizi Almirante, che pure sollevava delle serie tensioni per il forte conflitto ideologico dell'epoca, non veniva meno il reciproco rispetto e l'eloquio era sostenuto e di stile elevato.
Da tempo rilevo che il dibattito politico, pur non mancando di acute riflessioni politiche ed economiche, spesso scade in diatribe di parte. Inoltre il comportamento e il linguaggio dei leaders di grandi partiti sta diventando goliardico e triviale. Di riflesso tale linguaggio viene ulteriormente aggravato dai loro seguaci, che nella rete internet invece di confrontarsi sulle questioni politiche con serenità, tifano per uno e l'altro schieramento con un linguaggio che spesso riprende quello dei leaders nelle espressioni più colorite. Non è bello leggere volgarità nei dibattiti che dovrebbero essere “politici”.
Ritenevo che la nostra società avesse avuto un notevole progresso di civiltà e di cultura, ma dalle considerazioni suddette mi sembra che si vada verso un imbarbarimento, e ciò viene ulteriormente confermato quando per scusare alcune espressioni volgari dei leaders si dice “stava parlando alla pancia del suo partito”. È mai possibile che un leader di altra epoca rivolgendosi agli operai e a dei “rozzi” contadini usava un linguaggio decoroso ed elegante, mentre oggi per farsi capire debba usare un linguaggio volgare se non scurrile?
Se il linguaggio denota l'animo dell'uomo ...

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