martedì 18 marzo 2008

Ottosanti

Un rullo di tamburo rompe il profondo silenzio della notte, la mamma si sveglia; passano i Santi!
Indossa in fretta i vestiti quotidiani, va verso il lettino dei figliuoli che dormono con tanta tenerezza, ma la sua fede non la frena, su Mario! su Nicola! Passano gli Ottosanti!
I bimbi a stento si svegliano, si stropicciano gli occhietti. La mamma fa indossare i loro vestiti e li porta sul balcone più vicino per vedere la processione.
Fa freddo, invoca aiuto al papà che prende il suo pastrano e avvolge i due bimbi.
Per la strada passano tante ombre oscure, molte si fermano ai margini della strada si salutano in un attimo e attendono in silenzio.
Il rullo di tamburo si fa sempre più forte ed ecco appare una croce con i simboli della crocifissione ma senza il crocifisso, le ombre inchinano la testa e si segnano nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito.
I bimbi guardano con occhi attoniti tante donne vestite di abiti oscuri con in mano un cero, da cui emerge una pallida luce perchè la fiammella è protetta dal vento.
Passi lenti, preghiere sommesse, rullo di tamburo si alternano al silenzio.
“Adesso passerà Gesù” suggerisce la mamma tenendo svegli i bambini e attirando la loro attenzione sull’evento.
Un altro simbolo di croce e alle consorelle seguono i confratelli, anche questi portano i ceri accesi ma sono vestiti di lino bianco e coperti da un copricapo anch’esso bianco.
Si sente lontano un suono lento e straziante che trascina e commuove.
Guardate tra le due file di confratelli passano dei bambini vestiti di porpora, coronati di spine e sulle loro piccole spalle una croce, sono i “cristčìdde”, ecco, continua la mamma, san Giovannino vestito con pelle di pecorella, coi i grandi taralli nella bisaccia, e la Maddalena con il viso coperto dai lunghi capelli.
La banda si sente più forte e struggente, si sente un profumo di incenso, la luce si fa più diffusa, appaiono i santi.
Sono gli Ottosanti che portano Gesù morto al sepolcro, gli ultimi sono la Madonna e San Giovanni, poi Maria Maddalena, il primo è Giuseppe di Arimatea.
Sarebbe troppo lungo elencare tutti i santi, la mamma è preoccupata che i bimbi guardino Gesù, “date il bacio a Gesù”, e questi nel loro fagotto liberano le manine, le portano alle labbra e lanciano il loro bacio a Gesù. Che intanto attraversato il tratto di strada visibile dal balcone scompare coperto dalle mura delle case.
C’è tanta gente, le autorità del comune e la banda che continua a suonare le meste musiche della Settimana Santa.
La mamma abbraccia il figlio più piccolo, prende per la manina il più grande e li riporta al caldo lettino.
Sono le quattro del mattino e lei riprende le faccende di casa, che si moltiplicano all’avvicinarsi della Pasqua, ma prima deve preparare i taralli e le ciambelle, perché fra poco passerà il fornaio a ritirarli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Silenzio nella notte profonda
rare luci illuminano il paese,
nell'ombra, un passante frettoloso,
avvolto in oscuro mantello, va verso la chiesa.

Un rombo di tamburo squarcia il maestoso silenzio,
piccole luci si accendono e s'inseguono l'un l'altra
strette da mani robuste di braccianti e operai.

Un rombo di tamburo penetra nelle stanze addormentate,
la gente si sveglia e imbacuccata apre le finestre;
nella notte si spande la luce e il bianco di lenzuola.

Un rombo di tamburo, passi silenziosi, luci.
Un uomo vestito di bianco porta la croce scura.
Tra uomini pensierosi in camice bianco
s'intravedono i rossi abiti dei piccoli cristi.

Tutti si fermano, guardano lontano,
i santi lentamente nella notte trasportano il Cristo al sepolcro.

La gente si segna, si inginocchia, prega dinanzi al dolore universale.
Una stretta al cuore mi prende di fronte a tanto mistero.

La banda piange le marce funebri e il pianto si sparge nella notte,
lentamente torna il silenzio, l'immenso silenzio della notte,
rotto da un lamento lontano, da un lamento profondo.

G 80