domenica 20 maggio 2007

La vita è mia

Spesso nella discussione con i giovani e tra i giovani, si sente l’affermazione “la vita è mia” con la conseguente affermazione spesso sottaciuta “e la gestisco io”.
Questa affermazione viene espressa soprattutto quando i giovani vengono richiamati ad una maggiore attenzione nella guida dei ciclomotori o, dopo che hanno conseguito la patente, delle auto, oppure quando sono chiamati ad una maggior senso di responsabilità nella cura della salute o nei comportamenti sociali.
È evidente in questa affermazione l’esaltazione di un individualismo esistenziale, chiuso in se stesso che non tiene conto della complessità dell’esistenza e delle relazioni da cui l’individuo stesso è forgiato.
La conferma dell’inscindibilità dell’individuo dal contesto esistenziale si ha nel caso, non poco frequente ai nostri giorni, di gravi incidenti mortali, purtroppo con la perdita di giovani vite.
I genitori, che hanno messo al mondo queste creature sono disperate e porteranno impresse nei loro cuori questo dolore per tutta la loro vita; gli amici, che si chiedono il perché di tale destino, spesso affermano nei manifesti “vivrai per sempre nei nostri cuore”, e la ragazza, che aveva riposto in lui l’amore, vede venir meno tutte le speranze del felice futuro che andava con lui progettando.
Questi gravi e tristi casi manifestano con chiarezza che se è certamente responsabile della propria esistenza il singolo, è pur vero che un individuo non si fa da sé, è un progetto che s’interseca con tanti altri progetti.

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