martedì 15 maggio 2007

Essenza ed Esistenza

L’uomo, sin dall’antichità ha voluto conoscere la verità, tuttavia attribuendo a questa parola il significato di una conoscenza che vale per sempre e per tutti, si è imbattuto in una grave difficoltà, già individuata da Eraclito, ovvero non è possibile descrivere un volta per sempre un essere vivo, attivo.
Parmenide a sua volta affermava che solo l’Essere si può pensare e dire ed attribuiva a tale essere gli attributi di unicità e staticità. Da Platone tanti filosofi hanno ritenuto di cogliere la verità nel mondo delle idee, delle sostanze, delle essenze ritenendo di poter andare oltre i dati soggettivi dell’esperienza e rifugiarsi nel mondo impervio di una conoscenza puramente intellettuale.
Quando i filosofi si sono resi conto dei limiti della conoscenza umana e dell’impossibilità di poter dominare tutto il reale hanno rivolto l’attenzione all’esistente e questo è apparso in tutta la sua complessità e indefinibilità.
È stato detto che l’esistenza ha come categorie fondamentali la possibilità e la scelta, quindi il rischio e la responsabilità individuale.
Le problematiche a riguardo sono tante, mi riservo di ritornarvi, ma le categorie esistenziali sono ormai radicate nella società, tanto da diventare oggetto di riflessioni comuni.

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