martedì 30 marzo 2010

Carnevale e “Quarantone”

Il calendario liturgico della Chiesa Cattolica prevede un periodo di riflessione e di penitenza in preparazione delle celebrazioni del Natale e della Pasqua: prima di Natale c’è l’Avvento, la Pasqua è preceduta dalla Quaresima, che inizia dal mercoledì delle Ceneri e continua fino alla domenica della Resurrezione.
L’immaginario popolare ha ritenuto di trascorrere il periodo prima dell’inizio della Quaresima come un periodo di ostentata gioia, il Carnevale, per cui in molte città si preparano dei carri allegorici, che dovrebbero comunicare una sana allegria, si organizzano feste con balli e spettacoli divertenti, si mangiava carne, (poiché in Quaresima, non molto tempo fa, i cristiani non potevano mangiare carne, oggi la Chiesa invita a rispettare l’astinenza dalle carne i venerdì della Quaresima e comunque a fare delle opere di bene e di solidarietà cristiana).
A Ruvo di Puglia la fantasia popolare ha creato due personaggi: il “Carnevale” e la “Quarantone”1. Durante il Carnevale, come in tanti paesi di Italia, sfilano le maschere, si allestiscono carri allegorici, si compongono gruppi che ballano in maschera ed altro. In particolare, nel martedì prima delle Ceneri, si celebra la morte di Carnevale, impersonato in un vecchio goffo ma brioso. Dopo uno scherzoso cerimoniale della morte e del funerale di carnevale, si accende un rogo su cui viene bruciato un fantoccio che simula il carnevale.
A mezzanotte viene appeso un altro fantoccio, una donna vestita di nero, che rappresenta la vedova di Carnevale, avvero la “Quarantone”, che resterà appesa per tutto il periodo della Quaresima e verrà bruciata dai fuochi pirotecnici al momento della Resurrezione, oggi al passaggio della processione del Cristo risorto.
Il rogo del Carnevale e la fine della “Quarantone” sono due riti macabri, che esorcizzano il male e la morte e ravvivano la speranza per una vita migliore.

1. La parola “Quarantone” è di solito resa in italiano con “Quarantana”

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