domenica 19 luglio 2009

La “signorina”

Mario ha compiuto tre anni e la mamma ritiene opportuno di iscriverlo all'asilo (così si chiamava la scuola materna), ma c'era in solo asilo, tenuto dalle suore. ed era molto lontano; in alternativa c'era la possibilità di mandare il figlio alla “signorina”, (le signorine erano delle donne non sposate, spesso adulte, che avevano frequentato alcuni anni di istruzione scolastiche e che per sopravvivere trattenevano i bambini).
Bene, la mamma scelse questa alternativa, era per lei più comoda: poteva accompagnare lei stessa il proprio figliolo, o affidarlo ad una persona amica, in casi estremi avrebbe potuto, dopo ripetute esortazioni, fare andare il bambino da solo, fidando sulle amicizie o i parenti che abitavano lungo il percorso e controllando tutto dal balcone di casa fino all'ingresso della “signorina”.
Ogni mattina preparava il cestino di vimini con dei biscotti o taralli di latte, da lei stessa preparati, della frutta secca, noccioline o fichi secchi, spesso dei pezzi ci cotognata o qualche frutto, secondo le stagioni.
Mario indossato il grembiulino bianco, afferrato il cestino si avviava alla “signorina”; qui in una stanza, liberata dai mobili di casa, c'erano tante 'sedioline', acquistate e portate dalle mamme al momento dell'assunzione dell'impegno di affidare i figli.
In poco tempo la stanza si riempiva di bambini, accolti dalla “signorina”. Quando tutti erano arrivati, la “signorina” faceva segnare tutti con il segno di croce, quindi faceva recitare le preghiere del mattino con alcuni canti di chiesa.
Durante il resto della giornata leggeva alcune favole, o insegnava alcune canzoncine. Non era facile far muovere i ragazzi per lo spazio molto limitato, ma alcune volte si riusciva a fare un piccolo girotondo.
Dopo mezzogiorno, si rientrava a casa prelevati dalle mamme o da amici fidati e la stanza si trasformava in sala da pranzo per coloro che vi abitavano.

Nessun commento: