giovedì 15 maggio 2008

Analisi dei termini secondo il significato

Un termine può essere usato per significare uno o più oggetti, per cui può essere detto univoco, equivoco e analogo.
Un termine è univoco (dal latino unus, uno, e vocare, chiamare) quando esprime un solo significato.
Un termine è equivoco (dal tardo latino aequivocus, chiamato in modo uguale) quando ha dei significati del tutto diversi. Per esempio il termine “toro” può indicare l’animale toro, la costellazione Toro, il monte Toro.
Un termine è analogo (dal greco ảnalogìa, relazione) quando indica più esseri che hanno caratteristiche in parte simili in parte diverse. Per esempio il termine “vivente” può essere attribuito ad una pianta, ad un animale, all’uomo, nei tre casi presi in considerazione indica la presenza della vita (nascita, crescita, morte) tuttavia il vivere della pianta, dell’animale e dell’uomo sono molto diversi.

Nella filosofia dell’antica Grecia è stato rilevante il problema circa la possibilità di conseguire la verità.
Parmenide afferma che l’unica verità è l’Essere, infatti se consideriamo la verità come una conoscenza, che coincida esattamente con l’oggetto conosciuto e che valga per sempre e per tutti, non può essere altrimenti. Tuttavia questo Essere deve essere ingenerato, imperituro, immobile e l’esperienza sensibile umana non avrà alcuna valida giustificazione perché si nutre della molteplicità e del movimento.
La sofistica con Gorgia dimostra l’impossibilità della conoscenza dell’Essere e della verità, pertanto affida al dialogo e alla forza della parola ogni relazione umana.
Con Socrate, Platone e Aristotele si tenta di giustificare la possibilità di conseguire la verità superando il modo di pensare di Parmenide. Il termine Essere, che Parmenide usava in modo univoco, precludendosi ogni altra conoscenza vera, per Platone assume vari significati, i sommi generi; pertanto esiste l’essere identico, l’essere diverso, l’essere in quiete, l’essere in moto. Anche Aristotele afferma che il termine essere ha vari significati, le categorie; in tal modo prima Platone poi Aristotele attribuendo al termine essere vari significati potevano spiegare la molteplicità degli esseri, e il movimento altrimenti inspiegabili per Parmenide.
Con la logica medioevale verrà precisato l’uso analogico del termine, già di fatto utilizzato da Platone ed Aristotele.
Tommaso d’Aquino, utilizzando arditamente l’analogia, oserà parlare di Dio, rapportandolo all’uomo.

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