martedì 12 febbraio 2008

Senso del limite

Gli uomini lungo tutto il corso della storia hanno dimostrato una certa consapevolezza dei limiti delle proprie possibilità sia pratiche che conoscitive.

L’impossibilità di conoscere la verità è sorta subito con Eraclito, il quale rilevando la dinamicità della vita ritiene che solo chi è superficiale si illude di poter descrivere ciò che vede con i propri sensi e considerarlo verità; chi è più riflessivo si accorge subito che ogni cosa non si chiude in se stessa ma rimanda ad altro e questo gli rende impossibile la definizione della verità, una conoscenza ben definita e permanente.

I sofisti affermano un soggettivismo conoscitivo: tutto dipende dall’uomo e dalle sue capacità di esprimere ciò che ritiene utile e di convincere gli altri.
Platone con la sua dottrina delle idee, afferma l’esistenza di un mondo della verità, che l’uomo deve ricercare in se stesso purificandosi dalla materialità in cui è ingabbiato dalla nascita.
Aristotele dice che la verità è nelle cose, ma si trova sotto le apparenze che la stessa sostanza sostiene.

Le religione dice che la verità è in Dio, e solo la fede in lui offre la certezza e la speranza di raggiungere la verità.

Durante l’Umanesimo, pur esaltando l’uomo per la sua conoscenza, si sottolinea anche il suo limite, come fanno Cusano, Montaigne e tanti altri.
L’Illuminismo, pur nella presunzione di voler sottoporre tutto al voglio della ragione, riconosce con Hobbes, Voltaire, Locke e tanti altri i limiti della conoscenza umana, e con Hume si cade nello scetticismo.
Kant ha riprovato a porre dei fondamenti alla conoscenza scientifica, delimitando la sua applicazione alla conoscenza sensibile, ma riconosce l’esistenza di un mondo non conoscibile ma intuibile come esigenza della vita morale e politica dell’uomo, attribuendolo oltre che alla ragione, al sentimento e alla fede.
Dopo il tentativo romantico e idealistico di cogliere un assoluto con il sentimento o la ragione, come ritiene Hegel, la ricerca si frantuma in tanti rivoli di ricerca, che spesso affermano il relativismo e l’impossibilità di conseguire la verità.

A questa consapevolezza dei limiti della conoscenza umana, a questo continuo dubbio che pervade il procedere teoretico, nella vita quotidiana non sempre corrisponde un atteggiamento prudente, un’attenzione alle proposte degli altri; al contrario ci si lascia dominare dalle passioni, si ostenta sicurezza, come se tutto possa essere diretto e dominato da ciascun individuo.

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