Siamo soliti
distinguere la conoscenza sensibile da quella intelligibile, di fatto non
esiste l’una senza l’altra e spesso si identificano o si intrecciano. L’uomo
per la conoscenza usa tutte le sue facoltà sensoriali e mentali che formano una
unica identità.
La
conoscenza si basa sull’analisi di qualcosa che ci interessa e ha suscitato la
nostra curiosità e il nostro interesse. L’analizza e ritiene di comprenderla quando
ha scoperto una causa che l’ha prodotta.
In realtà
ogni essere fa parte di una entità complessa ed è determinata dalla concorrenza
di infinite relazioni che non è dato alla ragione di coglierle nel loro
insieme. Perciò la conoscenza, anche quella scientifica, contiene ampi ambiti
di oscurità o di probabilità.
Ne consegue
che ogni scelta, ogni decisione, comporta un notevole margine di rischio.
Con tale
rischio dobbiamo convivere e sperare che la volontà di operare a fin di bene
possa conseguire esiti positivi e comunque non negativi.
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