L’uomo, pur provando un certo senso di nostalgia dell’innocenza perduta, pur provando un certo piacere a vivere affidandosi alla spontaneità delle proprie sensazioni, cerca la propria libertà, vuole essere signore del suo destino, vuole dominare ciò che lo circonda. Ciò lo costringe a superare le impressioni sensoriali e a cercare spiegazioni più profonde, pur con la consapevolezza delle difficoltà e dei limiti della propria conoscenza.
Già
Eraclito, che pur riteneva dormienti coloro che ritenevano di conoscere tramite
le impressioni dei sensi, affermava: "Per quanto tu possa camminare, e
neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini
dell'anima: così profondo è il suo lógos". (Eraclito, fr. 45
Diels-Kranz).
Tuttavia
l’uomo non si è arreso alle difficoltà e ha continuato ad approfondire la
conoscenza sia del mondo fisico sia di se stesso e del suo agire.
Platone
riprendendo la metafora della navigazione affermava che non potendo conseguire
la verità con la navigazione a vela (conoscenza sensibile) è necessario mettere
mano ai remi (conoscenza razionale) quando c’è bonaccia e proseguire anche se a
fatica il viaggio.
L’uomo affronta tale fatica per essere libero,
per fare delle scelte consapevoli, per dare senso alla sua esistenza. Queste
riflessioni lo aiutano a trovare valori e regole condivise e gli permettono di
vivere una vita personale più serena e di stabilire una convivenza pacifica con
gli altri.
Spesso tuttavia perde
la consapevolezza del limite della conoscenza umana e invece di essere aperto
al dialogo per sviluppare ulteriormente la conoscenza, ritiene esclusivo e
assoluto il risultato momentaneamente raggiunto, e vorrebbe imporla ad altri ad
ogni costo, sollevando motivi di contrasti e di guerre.
Nessun commento:
Posta un commento