Un rullo di tamburo rompe il profondo silenzio della notte, la mamma si sveglia; passano i Santi!
Indossa in fretta i vestiti quotidiani, va verso il lettino dei figliuoli che dormono con tanta tenerezza, ma la sua fede non la frena, su Mario! su Nicola! Passano gli Ottosanti!
I bimbi a stento si svegliano, si stropicciano gli occhietti. La mamma fa indossare i loro vestiti e li porta sul balcone più vicino per vedere la processione.
Fa freddo, invoca aiuto al papà che prende il suo pastrano e avvolge i due bimbi.
Per la strada passano tante ombre oscure, molte si fermano ai

margini della strada si salutano in un attimo e attendono in silenzio.
Il rullo di tamburo si fa sempre più forte ed ecco appare una croce con i simboli della crocifissione ma senza il crocifisso, le ombre inchinano la testa e si segnano nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito.
I bimbi guardano con occhi attoniti tante donne vestite di abiti oscuri con in mano un cero, da cui emerge una pallida luce perchè la fiammella è protetta dal vento.
Passi lenti, preghiere sommesse, rullo di tamburo si alternano al silenzio.
“Adesso passerà Gesù” suggerisce la mamma tenendo svegli i bambini e attirando la loro attenzione sull’evento.
Un altro simbolo di croce e alle consorelle seguono i confratelli, anche questi portano i ceri accesi ma sono vestiti di lino bianco e coperti da un copricapo anch’esso bianco.
Si sente lontano un suono lento e straziante che trascina e commuove.
Guardate tra le due file di confratelli passano dei bambini vestiti di porpora, coronati di spine e sulle loro piccole spalle una croce, sono i “cristčìdde”, ecco, continua la mamma, san Giovannino vestito con pelle di pecorella, coi i grandi taralli nella bisaccia, e la Maddalena con il viso coperto dai lunghi capelli.
La banda si sente più forte e struggente, si sente un profumo di incenso, la luce si fa più diffusa, appaiono i santi.
Sono gli Ottosanti che portano Gesù morto al sepolcro, gli ultimi sono la Madonna e San Giovanni, poi Maria Maddalena, il primo è Giuseppe di Arimatea.
Sarebbe troppo lungo elencare tutti i santi, la mamma è preoccupata che i bimbi guardino Gesù, “date il bacio a Gesù”, e questi nel loro fagotto liberano le manine, le portano alle labbra e lanciano il loro bacio a Gesù. Che intanto attraversato il tratto di strada visibile dal balcone scompare coperto dalle mura delle case.
C’è tanta gente, le autorità del comune e la banda che continua a suonare le meste musiche della Settimana Santa.
La mamma abbraccia il figlio più piccolo, prende per la manina il più grande e li riporta al caldo lettino.
Sono le quattro del mattino e lei riprende le faccende di casa, che si moltiplicano all’avvicinarsi della Pasqua, ma prima deve preparare i taralli e le ciambelle, perché fra poco passerà il fornaio a ritirarli.