Gli uomini lungo tutto il corso della storia hanno dimostrato una certa consapevolezza dei limiti delle proprie possibilità sia pratiche che conoscitive.
L’impossibilità di conoscere la verità è sorta subito con Eraclito, il quale rilevando la dinamicità della vita ritiene che solo chi è superficiale si illude di poter descrivere ciò che vede con i propri sensi e considerarlo verità; chi è più riflessivo si accorge subito che ogni cosa non si chiude in se stessa ma rimanda ad altro e questo gli rende impossibile la definizione della verità, una conoscenza ben definita e permanente.
I sofisti affermano un soggettivismo conoscitivo: tutto dipende dall’uomo e dalle sue capacità di esprimere ciò che ritiene utile e di convincere gli altri.
Platone con la sua dottrina delle idee, afferma l’esistenza di un mondo della verità, che l’uomo deve ricercare in se stesso purificandosi dalla materialità in cui è ingabbiato dalla nascita.
Aristotele dice che la verità è nelle cose, ma si trova sotto le apparenze che la stessa sostanza sostiene.
Le religione dice che la verità è in Dio, e solo la fede in lui offre la certezza e la speranza di raggiungere la verità.
Durante l’Umanesimo, pur esaltando l’uomo per la sua conoscenza, si sottolinea anche il suo limite, come fanno Cusano, Montaigne e tanti altri.
L’Illuminismo, pur nella presunzione di voler sottoporre tutto al voglio della ragione, riconosce con Hobbes, Voltaire, Locke e tanti altri i limiti della conoscenza umana, e con Hume si cade nello scetticismo.
Kant ha riprovato a porre dei fondamenti alla conoscenza scientifica, delimitando la sua applicazione alla conoscenza sensibile, ma riconosce l’esistenza di un mondo non conoscibile ma intuibile come esigenza della vita morale e politica dell’uomo, attribuendolo oltre che alla ragione, al sentimento e alla fede.
Dopo il tentativo romantico e idealistico di cogliere un assoluto con il sentimento o la ragione, come ritiene Hegel, la ricerca si frantuma in tanti rivoli di ricerca, che spesso affermano il relativismo e l’impossibilità di conseguire la verità.
A questa consapevolezza dei limiti della conoscenza umana, a questo continuo dubbio che pervade il procedere teoretico, nella vita quotidiana non sempre corrisponde un atteggiamento prudente, un’attenzione alle proposte degli altri; al contrario ci si lascia dominare dalle passioni, si ostenta sicurezza, come se tutto possa essere diretto e dominato da ciascun individuo.
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