In democrazia è essenziale la discussione e
il dialogo, se tutti i cittadini (o almeno quelli che vogliono partecipare alle scelte politiche) devono conoscere le condizioni e gli obiettivi delle
azioni da intraprendere. Perciò è indispensabile la conoscenza dei fatti, il
possesso di competenze, ma è altrettanto importante la consapevolezza della
complessità degli eventi e che spesso offrono prospettive diverse che risolvono
in modo differente o discorde gli interessi dei cittadini. Da ciò consegue la
necessità della discussione per una condivisione o una mediazione delle scelte
che non avvantaggino solo alcuni, ma si consegua un obiettivo che migliori il
benessere comune e trovino soddisfazione gli interessi della maggior parte,
compresa anche quella parte che risulti minoranza o opposizione politica. Ciò
non significa che le scelte debbano necessariamente essere decise
all’unanimità, perché nei dibattiti tale unanimità si consegue raramente. Dopo
un’analisi accurata dei fatti, un’adeguata discussione per cercare un
convincimento possibile, si deve passare dalla discussione ai fatti. Dalla
riflessione deve conseguire un’azione decisa e attiva. È assurdo prolungare la
discussione a tempo indeterminato senza operare delle scelte fattive; così
operando si paralizza la vita democratica e potrebbe sfociare alla fine stessa
della democrazia. È altrettanto irragionevole che in democrazia ciascuno non voglia
mettere in discussione i suoi punti di vista e le sue scelte, si bloccherebbe
ogni discussione, ogni confronto, manifestando l’arroganza di possedere l’unica
certezza degli eventi e la volontà di sopraffazione, elementi, anche questi,
che provocano fine della democrazia.