E subito corre il pensiero a uno dei primi razionalisti della storia della filosofia, Platone che riportò un mito, quello della biga alata, per indicare il retto comportame
Immagina un cocchio trainato da due cavalli, uno bianco e uno nero, guidati da un auriga.
Platone vede in questa metafora la natura dell’uomo, questi infatti se da una parte tende al piacere, dall’altra è volto al raggiungimento di grandi ideali. Se non guidate queste due preziose qualità dell’uomo porterebbero ad continuo conflitto o al blocco della vita, per cui è necessaria una guida che è insita nell’uomo, la ragione.
Quando l’uomo riesce ad armonizzare con la regione sia la tendenza al piacere che la foga di raggiungere gli ideali, solo allora l’uomo può proseguire serenamente il suo cammino.
Quanto detto sopra, che è del tutto condivisibile, se confrontato con la realtà appare come un quadretto idilliaco in una grande scena tempestosa.
Tanta brava gente si dedica quotidianamente al lavoro per sopravvivere. Spesso durante il lavoro vede delle ingiustizie e sogna un mondo ideale che vorrebbe realizzare, ma si scontra con interessi opposti o con poteri molto superiori ai suoi e i sogni cadono vanificati da estenuanti frustrazioni.
Tanti volendo realizzare i propri ideali compiono delle azioni ritenute da altri irresponsabili, e spesso di fatto sembrano esagerate o dirompente il contesto in cui vive.
Tanti ritengono di dover vivere cogliendo ogni momento per soddisfare i propri desideri senza considerare le opportunità.
Molti si allontanano dal proprio ambiente, la propria famiglia per affrontare avventure in altri luoghi.
Tanti insoddisfatti dalla banalità quotidiana dedicano la loro vita ad ideali religiosi, umanitari, politici.
Tanti sono i comportamenti degli uomini, alcuni ritenuti affascinanti, altri meschini.
Un grande filosofo dell’Umanesimo Erasmo da Rotterdam, notava come nella vita domina la follia, non per denunciare in senso negativo i comportamenti degli uomini, ma per esprimere il dominio dell’irrazionale sul comportamento umano che spesso pur muovendo da buoni propositi sconvolge il presente, e crea disordini e conflitti.
Ogni uomo, quando opera dovrebbe, come afferma Kant, operare con libertà e ragionevolezza, ma chi giudicherà il ragionevole comportamento? Kant afferma che la risposta è in ciascuno di noi e viene dalla ragione. Se ognuno quando opera, pensasse che anche gli altri hanno gli stessi diritti, opererebbe in conformità di una legge insita in noi, ovvero il rispetto della propria e altrui libertà. Una no
Ma nel vortice della vita quotidiana non tutti operano con ragionevolezza, tanti operano istintivamente, tanti spinti dall’emozione del momento, tanti dall’entusiasmo suscitato da simpatia o da passioni, ecc.
Ogni uomo dovrebbe ogni tanto uscire dal tram tram della vita frenetica, distaccarsi dal proprio ambiente, trovare un piccolo spazio per disporsi ad una distanza sufficiente per riflettere liberamente e affrontare con un po’ di serenità la propria vita e trovare quel possibile equilibrio tra passioni, sentimenti, desideri, sogni, condizionamenti e aspirazioni alla libertà.
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